Pubblicato il: 28/09/2013 alle 15:19
IN COPERTINA: FOTO ELABORATA DA SILVIO ZAAMI
Oggi ho avuto l'esempio che anche pensando diversamente il modo di fare politica si possono avere opinioni convergenti. Leggo, infatti, della lettera dell'amico Gianfranco Fuschi, che lamenta il fatto che Caltanissetta sia diventata al giorno d'oggi una cittadina di serie C, o propriamente da Lega Dilettanti. Nella lettera si consiglia al sindaco di non indossare il tricolore fasciato durante la festa patronale, in programma domenica.
Non posso dare torto a Gianfranco.
Il sindaco, così come la sua giunta e il consiglio comunale tutto, devono ammettere il loro fallimento davanti la città. Nulla é stato migliorato, tutto é peggiorato! Recentemente, ho avuto l'onore di essere borsista della pregiata Scuola di alta formazione politica della LUP, a cui il nostro (o vostro, dato che non l'ho votato, per incapacità di esercitare il mio diritto di voto, in quanto minorenne) sindaco ha partecipato in qualità di relatore sul dibattito della metamorfosi urbana. Dal punto di vista oratorio nessuna imperfezione: ha discusso sul fatto che lui ha fatto tante cose, a partire dalla Grande Piazza per finire al risanamento dei conti, e tante altre cose.
Ma, sotto sotto, la mia bocca si sforzava di non ridere, perché sappiamo tutti che non é così: sappiamo (e l'ho scritto recentemente) che la piazza non ha espresso il suo potenziale urbanistico. É solamente un grosso parcheggio a lisca di pesce abusivo e incivile. Come mi spiega questo, caro Sindaco?
Lasciamo l'urbanistica e passiamo alla burocrazia. Si vanta di aver “sistemato i conti”; ci può anche stare. Ma spieghi a me e ai miei concittadini il perché di tutti questi commissariamenti che si succedono a Palazzo del Carmine in questi ultimi mesi. Come mai? Per non parlare di quelle attività che portavano migliaia di giovani in piazza e che lei ha deciso di chiudere per lasciare spazio ad altre attività finanziate dal suo governo, per compiacere non so chi. Fortunatamente questa battaglia é stata vinta da noi liberi cittadini.
Che vale avere la città in fallimento, una città distrutta su tutti i fronti, e partecipare ad una festa patronale facendo finta di niente? Si ricordi, caro primo cittadino, che per pretendere civiltà da parte dei cittadini, bisogna dare l'esempio da amministratori. Ammettere i propri fallimenti può giovare a tutti.
Alea iacta est
Giuseppe Sollami