Pubblicato il: 18/09/2013 alle 11:19
Ospitiamo l'intervento dell'avvocato Sergio Iacona, consigliere comunale di Caltanissetta, in merito all'abolizione delle Province e al destino che sarà riservato ai territori con l'applicazione della legge regionale.
“Caltanissetta corre dei rischi mortali, quelli di un definitivo ridimensionamento capace di riportare la storia indietro di duecento anni. Mi riferisco all’oscuro travaglio della legge regionale che dovrà dare seguito alla sbandierata abolizione delle Provincie. Ad oggi non sappiamo niente dei criteri che stanno guidando i nostri legislatori. Conosciamo soltanto le rassicurazioni fornite dal Governatore Crocetta ai gelesi circa l’individuazione della loro città quale comune capofila di un “libero” Consorzio.
Nulla da osservare sulle legittime aspirazioni dei gelesi, incoraggiate anche da antichi errori dei politici nisseni. Tanto da ridire invece sul silenzio assoluto circa le altrettanto legittime preoccupazioni dei nisseni, progressivamente depauperati e scippati di tante risorse e sempre più periferici e marginali nella politica regionale e nazionale.
Il silenzio che preoccupa ed offende è anche e soprattutto quello di quei politici locali che avendo la possibilità di intervenire decisamente a difesa delle prerogative della città vi rinunciano per evidente subalternità ai loro referenti regionali e nazionali. Costoro, con il loro complice silenzio, rischiano di agevolare uno scippo storico e tradiscono gravemente il mandato ricevuto dagli elettori della propria città per garantirsi la carriera politica. Lodevole eccezione è stata costituita dall’On. Giancarlo Cancellieri e dal Sindaco Campisi che hanno manifestato il loro pensiero diverso rispetto a quello del Presidente Crocetta.
La gravità del momento, ancora non pienamente compresa da molti, richiede il protagonismo di uomini coraggiosi, disposti a rischiare le proprie fortune personali per il bene di tutti. In tal senso condivido totalmente l’insoddisfazione esternata dal segretario generale della CISL FP Gianfranco Di Maria circa la scarsa incisività delle azioni finora intraprese. Credo che il suo appello ad una mobilitazione generale vada accolto per scuotere la città dall’ennesima manifestazione di una pericolosissima abulia. Da questo punto di vista mi metto a disposizione per concordare opportune iniziative, specificando come non si vuole di certo affrontare una battaglia di retroguardia, tesa a difendere privilegi, ma soltanto rivendicare il diritto ad una delimitazione dei nuovi ambiti che tenga conto della storia, delle reali vocazioni economiche, delle peculiarità territoriali ed orografiche, delle identità culturali e sociali e non invece, come troppo spesso in passato è accaduto, dei desiderata dei potenti di turno”.