Il proliferare di liste civiche e di relativi candidati a Sindaco è il sintomo di uno stato di grave crisi della Politica. La tempesta giudiziaria degli anni novanta denominata "Tangentopoli", causando la crisi irreversibile di quasi tutti i partiti politici, ha di fatto eliminato le organizzazioni che erano espressione di grandi scuole di pensiero politico e luogo di selezione, attraverso un mirato percorso di cariche politiche e amministrative, della classe dirigente. Le grandi correnti di pensiero politico che avevano contributo alla faticosa costruzione della nazione post risorgimentale (Popolarismo, liberalismo, socialismo e loro articolazioni) sono di fatto tornate ad essere confinate nel mondo accademico senza riuscire a trovare nuovi interpreti capaci di essere credibili attori del contesto politico. Deriva da tale eclissi dei partiti la proliferazione dei movimenti civici e la degenerazione delle liste create per scopi di potere meramente personali.
In considerazione del fatto che l'unico strumento pensato dai costituenti per dare voce al corpo elettorale ed eleggere gli organi di governo sono i partiti credo sia indispensabile, ai fini della conservazione e del miglioramento della democrazia, tornare a far politica all'interno degli stessi. Conosco benissimo lo stato pietoso in cui si trovano oggi i partiti che provano ad essere eredi e continuatori delle scuole di pensiero di cui sopra, ritengo tuttavia che è dalla partecipazione alla loro vita che deve ripartire una politica sana.Tornare a confrontarsi in organizzazioni che hanno dimensioni e prospettive nazionali è tralaltro un efficace rimedio al velleitarismo di tanti ras locali che, forti di consenso e risorse in ambito locale, sono poi privi dei necessari collegamenti con la politica regionale e nazionale, con negative ricadute sui territori amministrati.
La partecipazione al tentativo di rifondazione di forze politiche che abbiano dimensioni nazionali, in coerenza con principi ispiratori unitari e solidaristici, appare come un dovere ad ogni persona illuminata nel momento in cui ci si trova di fronte a pericolose tendenze disgregative che rappresentano un pericolo mortale per il meridione e per il paese intero.
Sia chiaro che qui non si vuole portare un attacco al civismo, all'interno del quale vi sono risorse eccellenti da recuperare e valorizzare, ma semplicemente evidenziarne degli inevitabili limiti. Non è certo per caso il fatto che a volte i raggruppamenti civici abbiano successo nel momento elettorale, riuscendo ad intercettare meglio il giustificato malessere dei cittadini, ma finiscano con l'arenarsi nel momento successivo di governo.
Il mio auspicio è che le forze sane si impegnino, anche attraverso aspre e leali contese, a rifondare i partiti e a rimettere al centro della politica uno stretto legame tra gli eletti e il loro territorio. Sergio Iacona