Pubblicato il: 29/01/2017 alle 16:32
Soltanto nel Veneto se ne consumano 300 mila al giorno, più di 200 al minuto. Numeri da capogiro che fanno pensare a tutto meno che a un aperitivo. Invece sono proprio i numeri dello Spritz, anzi dell’Aperol Spritz, il drink più popolare nel nostro paese. Comunque quello che si beve di più. Google riporta oltre un milione e 800 mila link legati a questa bevanda già di moda negli anni '50, una tradizione tramandata alle generazioni più giovani, visto che oggi l’81 per cento dei consumatori ha tra i 18 e i 44 anni.
Con soli 8-9 gradi è uno dei drink più leggeri al mondo grazie alla sua composizione, semplice nonostante, come sempre, esista qualche variazione: a base di vino bianco (o prosecco) con aggiunta di un liquore, (Aperol, Campari o Select) che gli conferisce un colore rosso/arancio e una spruzzata di acqua frizzante o seltz e una fetta d’arancia o limone. Una ricetta che varia a seconda del luogo in cui vi trovate. A Treviso, per esempio, si usa il Prosecco e a scelta Aperol o Campari. A Venezia, invece, il vino fermo e il Select, il liquore secco e amaro nato in Laguna intorno al 1920 (sull’etichetta c’è il ferro di prua tipico della gondola). A Udine si prepara con il Friulano (Tocai), Aperol o Campari mentre a Trieste sono all’antica, e così è ancora in uso lo Spritz austro-ungarico: vino e acqua gassata. La preparazione è identica per tutti: direttamente in un bicchiere old-fashioned contenente del ghiaccio oppure nel ballon per i grandi rossi. Il drink che varia a seconda della città non poteva che avere qualche cambiamento anche nei nomi. Spritz è il più usato e conosciuto ma viene comunemente chiamato anche Spriss, Spriz o Sprisseto. Spritz comunque deriva dal verbo tedesco “spritzen”, che significa spruzzare, in questo caso l’acqua o il seltz nel vino. Secondo altri, invece, il nome della bevanda sarebbe legato a quello di un vino austriaco tipico della regione del Wachau.
(Repubblica.it)