Pubblicato il: 07/04/2024 alle 13:58
(fonte 105.net) Ebbene sì: la scienza (e nella fattispecie il Paris Brain Institute di Parigi) dice che esistono dei lavori che intossicano il cervello non tanto a causa della presenza di agenti esterni tossici, appunto, ma per le reazioni chimiche che si scatenano nel corso di un processo decisionale che sia particolarmente complesso e prolungato nel corso dello svolgimento di tali lavori.
Ecco, dunque, che a essere maggiormente a rischio sarebbero, secondo il Paris Brain Institute, autisti di autobus, medici, piloti e tutti coloro che svolgono professioni molto impegnative, i quali dovrebbero godere di periodi di riposo regolari e obbligatori per permettere al loro cervello di “disintossicarsi”. Ma cosa si intende quando si parla di lavori che intossicano il cervello? Perché questi sarebbero tali?
Il recente studio dell’istituto francese ha scansionato il cervello di un campione di persone in diversi momenti della loro giornata lavorativa, scoprendo che compiti molto impegnativi che richiedono una concentrazione intensa e costante e un processo decisionale complesso possono portare all'accumulo di una sostanza chimica potenzialmente tossica chiamata glutammato. Normalmente utilizzato per inviare segnali dalle cellule nervose, il glutammato, in grandi quantità, altera le prestazioni di una regione del cervello coinvolta nella pianificazione e nel processo decisionale, la corteccia prefrontale laterale (lPFC).
E così, la scienza ha dimostrato ancora una volta che la fatica mentale ha effetti reali: numerosi studi, infatti, dimostrano che le decisioni possono dipendere da quanto sono stanchi i lavoratori che le prendono (e questo potrebbe essere rischioso nel caso di lavori di grande responsabilità). Ad esempio, dopo una lunga giornata in tribunale, è più probabile che i giudici neghino la libertà condizionale, o che i medici prescrivano antibiotici non necessari al termine di una faticosa sessione clinica.