Il campanello suona a vuoto nell’appartamento al quinto piano di via Pappacoda, a Lecce, dove domenica 22 ottobre, una studentessa francese di 21 anni (di cui omettiamo volontariamente il nome) è stata trovata senza vita, probabilmente a causa di un suicidio. È un’abitazione destinata dall’Università del Salento agli studenti Erasmus, da cui il coinquilino (anche lui straniero) della giovane è andato via e nel quale, nel pomeriggio di ieri, sono rimasti per ore i poliziotti della Scientifica, che a tarda sera hanno portato via diverso materiale.
Cercano elementi che possano confermare l’ipotesi di una molestia sessuale, subita dalla ragazza il 19 ottobre in quell’appartamento ed eventualmente mettere in relazione la morte – per soffocamento da laccio di una scarpa – con quell’episodio. Elementi che vengono cercati anche sul cellulare, che è stato sequestrato, e nel diario trovato sul letto a pochi metri dal cadavere, al quale la ventunenne aveva affidato un addio in francese.
«Penso che è arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà. Mi manca il mio Pierre che amo, mi dispiace per tutte le persone che ho incontrato. Vi amo tutti, non è colpa di nessuno, non ce l’ho con nessuno perché mi avete tanto amata, ma non ci riesco più, non riesco ad accettare ciò che mi è successo, è troppo difficile per me rimanere sola».
Parole che potrebbero raccontare lo shock della violenza sessuale subita oppure riferirsi a problemi pregressi, amplificati dalla solitudine provata in una città straniera, in cui aveva pochi amici e punti di riferimento. A Lecce era arrivata a settembre, per studiare filosofia, dopo i primi studi all’Università di Lille (nel nord della Francia) e un passaggio alla Sorbonne.