Pubblicato il: 06/07/2014 alle 09:28
Giancarlo Frasca
Mi chiamo Giancarlo Frasca, ho 39 anni e risiedo momentaneamente a Caltanissetta (abitualmente vivo in Spagna).
É accaduto un fatto molto grave presso il Pronto soccorso dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta. Sono disabile, in apparenza solo zoppo col bastone, in realtá sono paraplegico per lesioni al midollo spinale dovute a una caduta accidentale di 7 metri, 2 anni fa.
I fatti:
Mercoledà scorso il fisiatra si accorge di un sintomo grave (neo paresi del muscolo tibiale dx) e scrive una richiesta per una consulenza dal neurochirurgo, di carattere urgente. Corro al CUP del Sant'Elia, chiamano il reparto e riferiscono che é necessario passare per il pronto soccorso in quanto la richiesta marca la lettera U di urgente e questa é la prassi. Stanco, in quanto disabile e vista l'ora, rimando al giovedà mattina. Giovedà mi presento al pronto soccorso alle 10,30 circa. Vengo registrato elle 12.00. Dopo 1000 liti con infermieri, volontarie e prese in giro, finalmente vengo ricevuto alle 19,00.
Vengo ricevuto senza altre attese solo perché la mia ira faceva preoccupare l'addetto alla sicurezza e per l'insistenza degli altri pazienti, che mi vedevano star male e mi hanno aiutato a rialzarmi quando le gambe ormai hanno ceduto dopo tanta fatica. Nessun infermiere o volontario mi ha aiutato. Per piú di 8 ore sono rimasto ad attendere per poi sentirmi dire che era tardi e che la visita avrei potuto farla solo in giorno dopo, venerdi. Durante tutte quelle ore non sono stato assistito neppure nelle necessitá basilari di qualunque invalido.
Venerdà mi presento presso l'ambulatorio del neurochirurgo per scoprire che riceve solo lunedi e mercoledà e che quindi ho atteso piu di 8 ore e sono tornato in ospedale il giorno dopo, inutilmente. Solo Lunedà potró vedere il neurochirurgo, nonostante il grave sintomo incontrato che attualmente non ha nessuna spiegazione né accenna a migliorare.
Allego a questa mail: richiesta di consulenza, fogli del pronto soccorso che confermano l'ora di registrazione e quella di dimissioni.
L'unica cosa che serviva che facessero era stampare un foglio, darmelo e dirmi dove si trova l'ambulatorio del neurochirurgo. Hanno preferito dare precedenza a casi banali e alle amiche delle volontarie, oltre ai codici rossi che giustamente hanno prioritá assoluta.
Grazie
Un vostro lettore
Giancarlo Frasca