Pubblicato il: 19/07/2013 alle 07:44
Regge l'accusa di omicidio volontario per il giovane che rapinò il furgone e travolse, uccidendolo, l'autista nisseno Salvatore Niesi (nella foto 1) che tentò di evitare il furto del mezzo di lavoro. Ma in appello è stata lievemente riformata la condanna al ventiquattrenne catanese Damiano Giovanni Palermo (foto 2), al quale sono stati inflitti 22 anni di reclusione a fronte dei 26 anni irrogati nel primo processo. Così ha sentenziato la Corte d'Assise d'Appello di Catania, riconoscendo colpevole l'imputato anche di rapina impropria. La sentenza è coincisa con il compleanno di Niesi che  nel giorno in cui il suo assassino veniva condannato avrebbe compiuto 38 anni. L'accusa, attraverso il sostituto procuratore generale Domenico Platania, chiedeva di confermare il verdetto di primo grado. Contestualmente, i giudici hanno condannato Palermo a risarcire in sede civile la vedova Niesi, Laura Giummara, costituitasi anche per conto dei due figli piccoli, e ancora i genitori dell'autista, Calogero Niesi e Provvidenza Castronovo e le sorelle Maria Luisa e Daniela.
La tragedia avvenne il pomeriggio del 22 novembre del 2010: quel giorno Totò Niesi s'era fermato in un bar della zona industriale di Catania per prendere un caffè, quando si accorse che un ladro era salito sul furgone dell'azienda di trasporto alimenti “Das Sicilia” per cui lavorava. D'istinto, il nisseno uscì dal locale e si parò davanti all'Iveco Daily sperando che il bandito desistesse. Ma Palermo che era al volante invece tirò dritto, trascinando Totò Niesi sull'asfalto per un centinaio di metri. Per lui non ci fu nulla da fare. Il rapinatore – figlio di un boss dei Cursoti ucciso qualche anno fa – venne arrestato una settimana dopo insieme a due complici, marito e moglie condannati in un altro processo per rapina impropria e simulazione di reato.