Pubblicato il: 29/06/2020 alle 16:16
Prevenzione, controlli, repressione. Ecco le tre linee guida con le quali il Sindaco di Gela, Lucio Greco, intende accelerare per ripulire il territorio e bonificarlo dalle micro discariche che i cittadini continuano a far proliferare, attraverso l’abbandono indiscriminato della spazzatura sulle strade e negli angoli dei vari quartieri. Nomi e cognomi dei trasgressori sono già nei fascicoli della Polizia Municipale, che ha fatto scattare le multe, e per quanto riguarda il decoro urbano a breve ci saranno importanti novità. “La nuova industria gelese dev’essere il turismo – ha detto Greco – con tutto quello che ne consegue: pulizia, acqua, servizi, verde pubblico curato”.
I risultati della lotta ai trasgressori, intensificata un mese fa con l’istituzione degli assistenti civici (gruppo di lavoro costituito da dipendenti comunali del settore ecologia e del comando vigili urbani per fare opera di sensibilizzazione) sono stati illustrati in conferenza stampa questa mattina oltre che dal sindaco anche dal comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Montana, e dalla dirigente del settore Ambiente, Grazia Cosentino.
I numeri in primis. 150 sono state le multe elevate dai primi di maggio a 15 giorni fa, più del doppio rispetto a gennaio (escluso il periodo del lockdown in cui il deprecabile fenomeno si è praticamente azzerato). Il “lancio del sacchettino” è costato molto caro a questi trasgressori, 600 euro nella maggior parte dei casi, per un totale di 90mila euro. “Questi cittadini non capiscono il disvalore sociale e la gravità della loro azione – ha dichiarato il comandante Giuseppe Montana – e molti, a distanza di anni, ancora si ostinano imperterriti a depositare il sacchetto dove prima c’erano i cassonetti. Molti altri, invece, li conferiscono nei cestini, con la conseguenza che sono sempre pieni anche se i netturbini li svuotano due volte al giorno”.
I vigili urbani, nonostante un organico palesemente sottodimensionato ( sono 50 invece di 248), hanno cercato di aggredire il fenomeno con 3 linee di azione: telecamere, appostamenti, assistenti civici. Per quanto riguarda le telecamere (9 al momento, ma per le quali è stato individuato un fondo per aumentarle) quello che hanno immortalato è stato definito “abnorme”. “Tutti abbandonano la spazzatura, – ha proseguito il comandante – dal cittadino analfabeta al professionista laureato, gelesi e anche persone che vengono da fuori e che sporcano gli ingressi della città. Le telecamere hanno documentato tutto, comprese le fasce orarie: si comincia alle 5 del mattino con i lavoratori e si finisce la sera con casalinghe e anziani. Venendo agli appostamenti, è vero che gli assistenti civici non hanno il potere di multare ma ci siamo resi conto che comunque fungono da deterrente. Infine i nostri controlli de visu: abbiamo istituito un nucleo interforze con il settore ambiente per combinare e rendere simbiotiche le due forze, quella di polizia giudiziaria e quella tecnica, e devo dire che i risultati iniziano ad arrivare, ma è una strada lunga e in salita perché il problema è di tipo culturale”.
Nel prendere la parola, l’ing. Grazia Cosentino si è soffermata, oltre che sulla pulizia della città, anche su quella del litorale. “Per comodità, – ha spiegato – lo abbiamo suddiviso in 35 zone e a breve vi sistemeremo la segnaletica che ci aiuterà anche in ottica Covid. Nei giorni scorsi abbiamo affiancato la pulizia straordinaria a quella ordinaria, che dal 1 luglio sarà giornaliera, e stanno per arrivare anche i cestini ad isola per la differenziata (+85 rispetto allo scorso anno) sia sulle spiagge che lungo il Corso e il lungomare”.
Il sindaco Lucio Greco, infine, ha colto l’occasione per parlare anche della situazione degli ex lavoratori Tekra, che venerdì hanno sospeso la protesta, annunciando per domani pomeriggio la convocazione di tutte le sigle sindacali e di una delegazione dei lavoratori con i loro legali. “Dopo una serie di colloqui con Sua Eccellenza il Prefetto, che continua a fare egregiamente la sua parte, – ha concluso – spero che si possa definire il bacino dei lavoratori e che si possa chiudere lo stato di agitazione, mettendo qualunque impresa nelle condizioni di poter attingere a questo bacino. E’ una protesta che ci ha rammaricato molto per due motivi: innanzitutto perché per la gente che è senza lavoro e necessita di sostegno la nostra attenzione non mancherà mai, e poi perché tutta questa situazione di incertezza e precarietà non ci aiuta nel mantenere alto il livello del servizio”.