Pubblicato il: 11/09/2020 alle 10:45
"Dimenticare o tenace voglia di voler ricordare! Ma no, così non sarebbe più vivere, meglio morire. Ma non si muore d’amore… e ci si lascia vivere. Passerà… si dice sempre così. Ma bisogna avere la voglia, la forza di sapere attendere. E quanto dovrò attendere? Vorrò veramente dimenticare? Ma intanto la realtà è oggi, in questi momenti. È la quotidianità che diventa dramma. È nell’oggi che si vive, ci si danna e si soffre… del domani ci può essere soltanto l’attesa. Ma l’attesa di cosa? E così… come la notte cede il posto al giorno e l’oscurità alla notte… così la vita alla morte. Lei è di tutti. A volte la morte toglie dagli affanni, libera da una vita che non merita d’essere vissuta. La morte liberatrice di una inutile esistenza, di una esistenza malinconica e cupa. Sa però anche essere, la morte, crudele e spietata, ladra di una esistenza gioiosa e bella. Morte cieca che lascia vivere chi non vuole e non chi della vita, invece, sa trovare piaceri e linfa d’ardore!". (dal romanzo: “E così fu che” – 2000 ).