Pubblicato il: 29/06/2021 alle 21:08
"Nel giro di pochi giorni una serie di notizie assai preoccupanti ha interessato il nostro territorio.
Oggi, grazie ad un importante intervento delle forze dell’ordine, è emerso un pericoloso processo di riorganizzazione del clan mafioso di Caltanissetta. Un tentativo che è stato fortunatamente sventato, ma che veniva portato avanti nell’omertà generale, attraverso lo spaccio, il racket e l’intimidazione.
Due giorni fa, a Marianopoli, due donne di cinquant’anni sono morte di fame, tra solitudine, escrementi ed immondizia". E' quanto afferma in una nota il segretario provinciale del Pd, Peppe Di Cristina. "Tutto ciò a poco più di un anno dall'omicidio di Adnan Siddique, assassinato per aver trovato il coraggio di denunciare mafiosi e caporali. Quello stesso coraggio che tante e tanti tra noi non riescono a darsi.
A ben vedere, queste notizie confermano quanto proviamo ad affermare da tempo.
La nostra provincia – spiega Di Cristina – vive un’enorme questione sociale, che non potrà essere risolta solamente con nuove risorse pubbliche o con generiche strategie di valorizzazione del nostro potenziale economico, culturale e naturale. No, a nostro giudizio il tema centrale è un altro. Noi siamo convinti che senza un sovvertimento sostanziale degli equilibri di potere e di ricchezza che connotano questo territorio non riusciremo ad uscire dalla trappola del sottosviluppo, dell’illegalità e della povertà. Senza far saltare consorterie, clientele e parassitismi non ce la faremo, per questo occorre una grande battaglia politica e culturale che abbia al centro il lavoro, i diritti e l’uguaglianza.
Senza lavoro di qualità, senza istituzioni efficienti e senza una piena restituzione di senso alla parola cittadinanza, legalità e sviluppo continueranno ad essere concetti vuoti, buoni per una stanca retorica.
Anche per questo proveremo a dotare il Partito Democratico della forza politica e degli strumenti culturali necessari per affrontare questa battaglia. Lo faremo con determinazione e convinzione, perché non c’è davvero un solo minuto da attendere".