Pubblicato il: 10/09/2019 alle 19:49
Ventidue condanne – di cui una all’ergastolo e le altre con pene comprese tra 1 anno e 4 mesi e 26 anni per complessivi 194 anni e 10 mesi di carcere – quattro assoluzioni piene e altre parziali. La sintesi numerica della sentenza del processo “De reditu”, emessa nella tarda mattinata di ieri dalla gup Alessandra Maira, conferma dunque la pericolosità non solo della mafia, ma anche di altri gruppi dediti all’affare della coltivazione di marijuana nel territorio di Riesi.
Un quadro di estrema pericolosità quelle delineato nel corso delle indagini da carabinieri e magistrati della Dda e poi dai pm Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti nella requisitoria, al termine della quale avevano chiesto la condanna di tutti e 25 gli imputati.
Il carcere a vita – stessa pena chiesta dal pm – è stato inflitto a Giuseppe Cammarata (figlio del boss Pino), 42 anni, poi 26 anni a Massimo Amarù, 43 anni, 20 anni a Gaetano Forcella, 43 anni (per entrambi erano stati chiesti 20 anni), 21 anni a Daniele Fantauzza, 31 anni, (per lui chiesti 16 anni), 16 anni a Rosolino Li Vecchi, 58 anni (per cui era stato chiesto il carcere a vita), 14 anni al collaborante Carmelo Arlotta, 49 anni (15 anni la richiesta dell'accusa pm), 10 anni e 8 mesi a Michelangelo Amorelli, 46 anni, 10 anni e 4 mesi a Calogero Altovino, 38 anni, 8 anni a Rocco Ficicchia, 61 anni, 6 anni e 4 mesi a Gaetano Lombardo, 68 anni (per gli ultimi 4 erano stati sollecitati 12 anni a testa).
Inflitti 8 anni ciascuno a Calogero Calafato, 53 anni, Giuseppe Di Buono, 34 anni, Ezio Fantauzza, 31 anni, Angelo Ficicchia, 65 anni, Rocco Ficicchia, 61 anni e Rosario Marotta, 41 anni – per tutti loro era stata sollecitata la pena decisa dalla giudice Maira -, 6 anni a Giuseppe Montedoro, 55 anni (per lui erano stati chiesti 8 anni).
Condanna a 6 anni (stessa pena chiesta dall’accusa) più 2mila euro di multa per Orazio Buonprincipio, 51 anni; 3 anni e 4 mesi per il collaboratore di giustizia Giuseppe Toscano, 65 anni (per lui erano stati chiesti 3 anni e 2 mesi), 2 anni e 10 mesi al collaborante Gaetano Scibetta, 45 anni (per lui chiesti 2 anni), 1 anno e 4 mesi più 4mila euro di multa ciascuno a Filippo Riggio, 40 anni, (richiesta di pena 4 anni) e Filippo Tambè , 50 anni, (richiesta di 2 anni e 8 mesi).
Assolti da tutte le accuse Filippo Domenico Riggio, 43 anni e Rocco Turco, 46 anni, per i quali erano stati chiesti 8 anni ciascuno e Daniele Correnti, 54 anni; per lui la richiesta di pena era stata di 4 anni. Assoluzioni parziali per Filippo Riggio e Rosolino Li Vecchi, uscito indenne dall’accusa di essere uno dei responsabili dell’omicidio di Angelo Lauria. Omicidio, associazione mafiosa, associazione mafiosa, associazione finalizzata alla coltivazione e allo spaccio ed estorsione le accuse contestate a vario titolo agli imputati.
Diverse le accuse riguardanti gli agguati di mafia, risalenti al periodo compreso tra il ’92 e il ’98. Delitti che, secondo l’accusa, sono da attribuire alla guerra con il gruppo rivale della Stidda per la supremazia nel territorio di Riesi, e in altri casi per motivi assurdi. Gli omicidi oggetto del processo sono quelli di Pino Ferraro (ucciso per avere offerto un passaggio alla moglie del boss Vincenzo Cammarata in un giorno di pioggia), Angelo Lauria, Michele Fantauzza, Gaetano Carmelo Pirrello e Andrea Pirrello a cui si aggiungono i tentati omicidi di Salvatore Pirrello, Tullio Lanza e Salvatore Pasqualino. E poi l’estorsione con richieste di pizzo e anche la creazione di piantagioni di marijuana, divenuto un vero e proprio “business” negli ultimi anni nel sud della provincia nissena; in un territorio nel quale la droga era considerata tabù finché i capi “storici” della mafia riesina erano operativi.
La gup Maira ha disposto il risarcimento danni ad alcuni familiari delle vittime e imprese costituiti parte civile nel processo. A chiedere conto dei danni il Comune di Riesi – per la prima volta dopo anni di processi sulla mafia riesina – i familiari delle vittime dei delitti (ai quali sono state riconosciute anche le provvisionali immediatamente esecutive) e alcuni imprenditori assistiti dagli avvocati Annalisa Petitto, Giuseppe Trigona, Maria Elena Venturi, Oriana Limuti Maria Giambra, Boris Pastorello, Walter Tesauro, Salvatore Licata, Antonio Gagliano e Paolo Testa.
Entro tre mesi verranno depositate le motivazioni della sentenza e poi i difensori degli imputati condannati presenteranno appello. I difensori degli imputati non collaboranti avevano chiesto l’assoluzione, mentre i legali dei collaboratori avevano sollecitato il minimo della pena e il riconoscimento dell’attenuante per i pentiti. A comporre il collegio di difesa gli avvocati Danilo Tipo, Vincenzo Vitello, Carmelo Terranova, Giampiero Russo, Alfonso Russo, Giovanni Maggio, Ernesto Brivido, Valerio Rizzo, Antonio Gagliano, Giovanni Pace, Adriana Vella, Cinzia Bellomo, Giuseppe La Barbera, Fabiana Giordano, Giuseppe Di Legami, Giancarlo Mattiello, Vania Giamporcaro, Simona Celere e Manfredo Fiormonti. (Vincenzo Pane, La Sicilia)