Pubblicato il: 24/03/2025 alle 16:26
Un secolo di carcere in totale. Richieste di condanna avanzate, con mano pesante della procura, contro la «mafia di Campofranco». Dieci in tutto i verdetti di colpevolezza voluti. Solo una proposta di assoluzione. La richiesta di condanna più severa con trent’anni di carcere ridotti a 20 per via della scelta del rito abbreviato, è stata avanzata per il sessantatreenne Claudio Rino «spatuzza» Di Leo, ritenuto braccio destro del boss sessantaduenne Angelo «fungiddra» Schillaci che segue con 18 anni di reclusione, con 14 anni e 8 mesi il nipote del capomafia, Calogero Schillaci, mentre è di 10 anni e 8 mesi ciascuno la proposta di pena per
il milenese Gioacchino «Iachino» Cammarata e il castelterminese Vincenzo Spoto, sono 8 gli anni per Calogero Maria Giusto Giuliano e, ancora, con 6 anni a testa e una multa di 1.300 euro il milenese Paolino Giuseppe Santo Schillaci e Gian Luca Lamattina, poi Carmeliana Schillaci, moglie del nipote del boss, con 4 anni e 6 mesi e 1.300 euro di multa e chiude il quadro il licatese Calogero La Greca con un anno e 4 mesi. L’entità della pena, per tutti, è già al netto dello sconto di un terzo così come previsto dal rito abbreviato.
Unica richiesta assolutoria nei confronti del quarantacinquenne di Sommatino Luigi Cocita.
Agli undici imputati (assistiti dagli avvocati Pietro Sorce, Daniela Salamone, Dino Milazzo, Giuseppe Dacquì, Antonio Impellizzeri, Carmelo Amoroso, Giuseppe Scozzari, Maria Vizzini, Giuseppe Bongiorno, Giovanni Salvaggio e Salvatore Graci) sono state contestate le ipotesi, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, armi e spaccio di droga.
Nella precedente udienza un dodicesimo accusato, Fabio Giovenco di 52 anni è stato rinviato a giudizio in ordinario e, su istanza dell’avvocato Daniela Salamone, è stato scarcerato. Mentre un tredicesimo, Alfredo Calogero Antonio Falletta di 74 anni (assistito dall’avvocato Daniele Osnato) dopo avere ritrattato le precedenti dichiarazioni è stato prosciolto. Secondo l’accusa, la mafia di Campofranco si stava riorganizzando dopo la scarcerazione di Angelo Schillaci tornato libero due anni e mezzo fa.