Pubblicato il: 13/02/2014 alle 12:08
La conferenza stampa
Un arsenale nascosto nelle viscere della terra e tolto dalla circolazione, soprattutto dalle mani della famiglia mafiosa di Riesi. Soddisfatti i carabinieri del Reparto operativo e i magistrati della Dda nissena che illustrando in conferenza stampa i retroscena sull'arresto del gruppo di fuoco che organizzò l'omicidio di Francesco Ritrovato, si sono soffermati sulla scoperta della santabarbara nelle campagne di Butera, occultata in una zona impervia vicino un fiume.
“La quantità di armi rinvenuta – ha dichiarato il Procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari – dimostra che Cosa nostra, può ancora disporre di armi micidiali. Avevano tutto per poter compiere
anche un attentato di alto livello”. L’arsenale era custodito in un casolare, vicino ad un fiume, in una zona impervia, nelle campagne di Butera. In particolare sono stati sequestrati cinque fucili, due mitragliatori da guerra, quattro pistole semiautomatiche, oltre 200 munizioni di vario tipo, otto inneschi per esplosivo, svariate parti di ricambio di armi, due giubbotti antiproiettili e due ricetrasmettenti.
Fondamentali, in questa operazione, sono state le rivelazioni di due collaboratori di giustizia. A svelare i retroscena del delitto sono stati Massimo Carmelo Billizzi , Gaetano Scibetta e Giuseppe Toscano. In particolare quest’ultimo, non solo partecipò all’agguato, ma prese parte anche alle fasi relative alla preparazione dello stesso. L’imprenditore venne ucciso perché il clan si sentì tradito dal suo comportamento. Secondo Cosa nostra, sarebbe stato proprio Ritrovato, a permettere agli inquirenti l’arresto del boss Vincenzo Cammarata, avvenuto nel 98. La vittima, avrebbe accettato di fare da vivandiere a Cammarata nel periodo estivo, ma avrebbe mostrato anche una certa riluttanza nell’accettare l’incarico.