Pubblicato il: 13/02/2019 alle 16:33
“In provincia di Caltanissetta, con riferimento alle principali manifestazioni economico-criminali si conferma, nel semestre, la tendenza a limitare, per quanto possibile, le azioni violente, prediligendo i reati che consentono un immediato accumulo di denaro, quali lo spaccio di stupefacenti, le estorsioni, l’usura e l’acquisizione degli appalti”. E’ quanto afferma la Dia nella sua ultima relazione semestrale. “A fronte del limitato numero di omicidi, per i quali non sempre è evidente il risvolto mafioso, la condizione di assoggettamento ed omertà, tradizionalmente diffusa nei territori sottoposti alla pressione mafiosa, impedisce l’emergere delle dimensioni effettive del reato di usura, in quanto raramente le vittime denunciano tale reato, così come le estorsioni loro imposte. Per quanto riguarda gli stupefacenti, le organizzazioni mafiose mantengono il controllo del settore non solo con l’approvvigionamento e lo spaccio ma anche, negli ultimi anni, con la coltivazione, avvalendosi di soggetti vicini alle consorterie. In alcuni casi è stato accertato il ricorso a canali di rifornimento provenienti da altre aree territoriali ed alla concomitante commissione di reati in materia di armi. Se lo spaccio di droga è necessario per ottenere una pronta liquidità, la pratica delle estorsioni resta uno dei canali preferenziali dei sodalizi mafiosi per esercitare la propria pressione sulla popolazione, tenendola così assoggettata, e per incamerare immediatamente, anche in questo caso, forti somme di denaro. Non di rado, l’attività estorsiva risulta prodromica all’acquisizione di attività economiche e produttive, da intestare a persone terze, come è stato accertato per alcuni soggetti riconducibili alla famiglia di Riesi”.