Pubblicato il: 23/02/2023 alle 11:47
Quattro condanne per la “mafia del Vallone”, ma tante contestazioni cadute. A cominciare da un boss… che boss non era ed è stato scarcerato. Un quinto imputato ne è uscito indenne. Così al termine del processo a cinque imputati tra i coinvolti nel maxi blitz dei carabinieri su mafia, pizzo e droga ribattezza «Gallodoro». Inchiesta che nel gennaio di quattro anni fa avrebbe dato scacco a Cosa nostra nell’area del Vallone, facendo scattare diciassette ordinanze di custodia cautelare per le ipotesi, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidio, estorsioni, armi, rapina e associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga con la contestazione dell’aggravante mafiosa.
Nel troncone processuale con rito ordinario che si è appena concluso la pena più severa è stata comminata al quarantottenne di Mussomeli, Salvuccio Favata condannato a 8 anni e 2 mesi di carcere e 30.500 euro di multa, a fronte di una richiesta, da parte del pm Maurizio Bonaccorso, di dodici anni e 40 mila euro di multa. Segue, per entità della pena, il cinquantaduenne di Campofranco, Giuseppe Gioacchino Di Carlo, condannato in continuazione a 6 anni e sei mesi e 26.500 euro di multa contro i sette anni e mezzo e 21 mila euro proposti dal pm; l’ottantenne di Campofranco, Calogero Modica con 6 anni di reclusione, contro i diciotto che erano stati sollecitati nei suoi confronti perché ritenuto boss e che, invece, è stato riconosciuto come affiliato.
E sono pure cadute le aggravanti di essere stato capo e promotore – così lo avevano anche indicato i collaboranti Ciro Vara, Maurizio Di Gati e Maurizio Carruba – di aver fatto parte di una banda armata e di avere reimpiegato capitali sporchi. Nel gran calderone anche la presunta estorsione a un imprenditore edile. E dopo quattro anni di arresti domiciliari, per l’ottantenne (assistito dagli avvocati Giovanni Castronovo e Walter Tesauro) è stata disposta l’immediata scarcerazione.
Chiude il quadro delle condanne – per fatti di droga come Favata e Di Carlo – il quarantaseienne racalmutese, Salvatore Puma con 6 anni di carcere e 26 mila euro di multa, mentre la richiesta della procura è stata di quattro anni e 15 mila euro. Due dei condannati – Favata e Modica – sono pure passati da assoluzioni parziali per alcuni capi d’imputazione «per non avere commesso il fatto» o perché «il fatto non sussiste» e Di Carlo per prescrizione.
Unica assoluzione totale per il cinquantunenne di Casteltermini, Carmelo Conte, per il quale erano stati chiesti cinque anni, quattro mesi e 20 mila euro di multa. Questo il verdetto emesso dal tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo (a latere Giuseppina Chianetta e Lorena Santacroce) nei confronti degli imputati (assistiti dagli avvocati Antonio Impellizzeri, Giuseppe Dacquì e Davide Schillaci).
Nel distinguo delle imputazioni, Modica è stato chiamato a rispondere di associazione mafiosa ed estorsione, Favata di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga e diversi episodi di cessione, Puma, Conti e Di Carlo di episodi di smercio di cocaina e il solo Di Carlo anche della detenzione di una pistola Beretta calibro 9 con matricola abrasa. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia)