Pubblicato il: 01/03/2025 alle 18:07
Rito abbreviato per il boss di Campofranco e altri dieci imputati. Tra riti secchi e condizionati. Mentre un imprenditore, con un coraggioso dietrofront in aula, ammettendo di essere stato taglieggiato dal nipote e dal braccio destro del boss, è stato prosciolto. A giudizio, invece, un tredicesimo imputato che ha scelto il rito ordinario.
In abbreviato il sessantaduenne Angelo «fungiddra »Schillaci, il nipote, il quarantacinquenne Calogero Schillaci e sua moglie, la trentaduenne Carmeliana Schillaci, il settantatreenne Calogero Maria Giusto Giuliano, il cinquantatreenne di Milena, Paolino Giuseppe Santo Schillaci, il cinquantacinquenne, pure lui milenese, Gioacchino «Iachino» Cammarata, il sessantatreenne Claudio Rino «spatuzza» Di Leo campofranchese e ritenuto braccio destro del boss, il licatese quarantaduenne Calogero La Greca , il quarantacinquenne di Sommatino Luigi Cocita, il sessantasettenne Vincenzo Spoto e il cinquantunenne Gian Luca Lamattina entrambi di Casteltermini.
Prosciolto Alfredo Calogero Antonio Falletta di 74 anni (assistito dall’avvocato Daniele Osnato), così come chiesto, oltre che dalla difesa, anche dai pm Maurizio Bonaccorso e Stefano Strino , mentre è stato rinviato a giudizio Fabio Giovenco, 52 anni (assistito dall’avvocato Ferdinando Milia), entrambi di Campofranco.
Associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, armi e spaccio di droga le contestazioni mosse a vario titolo agli imputati (assistiti dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Antonio Impellizzeri, Dino Milazzo, Giuseppe Scozzari Pietro Sorce, Maria Vizzini, Daniela Salamone, Carmelo Amoroso, Giuseppe Bongiorno, Giovanni Salvaggio e Salvatore Graci).
In undici torneranno al cospetto del gup Emanuele Carrabotta tra una settimana, proprio per l’audizione del prosciolto e di uno dei presunti estorsori, Di Leo , che ha scelto l’abbreviato proprio condizionandolo ai due esami.