Pubblicato il: 28/03/2019 alle 18:20
I maltrattanti e la violenza di genere. Strategia per la prevenzione ed il contrasto” è il titolo del convegno che si terrà a Caltanissetta martedì 2 aprile, con inizio alle ore 9, presso la sala Garsia del Cefpas, il centro di formazione per le professioni sanitarie, in via Giuseppe Mulè.
Organizzato dall’assessorato regionale della Famiglia della Regione Siciliana, dall’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna per la Sicilia (Uiepe) e da Formez PA nell’ambito del “Piano regionale degli interventi per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere” e del progetto di assistenza tecnica al programma, l’incontro intende aprire una riflessione sui percorsi responsabilizzanti per i soggetti maltrattanti e sulle problematiche legate alle difficoltà di chi compie violenza e non riesce a vedersi come una persona che necessita di cure specifiche.
Un piano in difesa delle donne, quindi, per dire basta alla violenza di genere in tutte le sue forme, dando voce stavolta a chi approfondisce il disagio maschile. Infatti, per eliminare ogni forma di violenza e sopraffazione nelle relazioni di genere punire non basta. La stessa Convenzione di Istanbul, lo strumento internazionale giuridicamente vincolante per gli Stati, parla apertamente di 3 P nella strategia contro la violenza di genere: oltre alla punizione sono fondamentali protezione e prevenzione intervenendo sui soggetti maltrattanti, sugli uomini che agiscono con violenza.
Chiaramente non si tratta di prospettare una riduzione delle pene o di attenuare la disapprovazione sociale, ma di comprendere che la repressione nella gestione del problema non è sufficiente e che è necessario costruire un intervento sugli autori delle violenze.
In Italia non si parte da zero, anche se manca ancora un’anagrafe completa dei servizi che operano con i soggetti maltrattanti e i numeri di centri, spazi e servizi sono in crescita: 18 nel 2012, 29 nel 2014 e ancora 44 nel 2016. Si registra una presenza di spazi e centri per gli uomini maltrattanti soprattutto nel Nord Italia. I soggetti promotori sono, in 26 casi su 44, enti privati, ma la tendenza è un aumento dell’iniziativa pubblica (soprattutto Asl).
L’ultima analisi del 2017 condotta dall’IRPPS-CNR conta 59 programmi per uomini maltrattanti sul territorio nazionale, con un primato in Lombardia e una concentrazione elevata nelle regioni del nord del paese. Secondo l’indagine nel corso del 2017 gli uomini che hanno iniziato il loro percorso sono in totale 726. Analizzando questi soggetti emerge che il 76% sono occupati stabilmente, il 72% sono padri di figli minorenni e il 56% sono coniugati o conviventi. Con riferimento ad altre caratteristiche, si evidenzia che il 39% è costituito da detenuti e il 29% da stranieri, mentre solo una minore percentuale si caratterizza per il fatto di essere stati seguiti dai servizi di salute mentale (7%) o per avere una qualche dipendenza di tipo patologico (13%).
La maggior parte dei programmi che ha fornito un dettaglio sul servizio offerto (56 su 59) ha affermato di offrire a titolo gratuito un orientamento ai servizi presenti sul territorio (41), ma anche una consulenza di tipo psicologico (39) e l’ascolto telefonico (38). Emergono inoltre la psicoterapia individuale e di gruppo e il sostegno alla responsabilità genitoriale (rispettivamente 30 e 29 programmi di trattamento affermano di erogare questi servizi gratuitamente). La consulenza legale sia in ambito civile che penale viene erogata in 6 centri, mentre altri 3 prevedono gratuitamente un accompagnamento all’inserimento lavorativo, la mediazione linguistico-culturale e i percorsi di recupero da dipendenze patologiche. Da sottolineare infine che alcuni programmi forniscono una consulenza o un percorso psicologico più strutturato a pagamento (rispettivamente 6 e 7 programmi).
I programmi sono in buona parte integrati all’interno delle reti territoriali antiviolenza: tra i 56 che hanno fornito questa informazione, 26 affermano di far parte di una rete e ulteriori 8 possono vantare l’appartenenza a più reti presenti sul territorio. D’altro canto, sono 17 quelli che affermano di non essere integrati in una rete con i servizi specializzati e i servizi generali che operano a sostegno delle donne vittime di violenza, mentre altri 5 giustificano la loro mancata adesione affermando che nel proprio territorio non esistono reti antiviolenza.
Con riferimento al personale, 20 programmi prevedono una formazione obbligatoria all’ingresso, 37 degli aggiornamenti periodici e, infine, 6 non obbligano il proprio personale a partecipare a dei corsi di formazione. Tra le strutture che hanno risposto all’indagine, si contano 339 unità di personale retribuito mentre il 36% proviene dal volontario.
Nel Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020 è prevista l’attivazione di percorsi di rieducazione degli uomini autori di violenza. Infatti, il Dipartimento per le Pari opportunità, come raccomandato nell’art. 16 della Convenzione di Istanbul, riserverà specifiche risorse per il sostegno di programmi di prevenzione, recupero e trattamento per uomini maltrattanti per prevenire la recidiva e per favorire l'adozione di comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali. Sarà resa disponibile anche la mappatura dei centri per uomini maltrattanti.
La Regione Siciliana quindi, recependo le istanze del Piano nazionale e gli orientamenti più attuali sul tema ha previsto nel proprio Piano antiviolenza la strutturazione di un percorso innovativo sperimentale per i soggetti maltrattanti. L’obiettivo di tale azione è supportare un processo di consapevolezza dei soggetti stessi nell’ottica del recupero dell’individuo e di ridurre e prevenire le recidive. Il percorso sarà realizzato coinvolgendo i centri di intervento per gli uomini violenti e la rete a favore delle donne, prevedendo una verifica dei risultati dell’azione.
Numerosi saranno i temi affrontati nel corso dell’incontro di martedì 2 aprile, dall’analisi del fenomeno attraverso le svolte normative ai modelli di trattamento adottati in Europa fino alla protezione dei minori, alla violenza online e alla presa in carico specialistica.
A parlarne saranno esponenti delle istituzioni, magistrati e studiosi. Previsti infatti gli interventi di Antonio Scavone, assessore regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro; Roberto Sanfilippo, direttore generale del Cefpas; Cosima Di Stani, prefetto di Caltanissetta; Valeria Spagnuolo, coordinatore dei programmi di Formez PA; Salvatore Giglione, dirigente generale del Dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali; Fabiola Furnari, sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Caltanissetta; Marisa Scavo, procuratore aggiunto al Tribunale di Catania; i criminologi Carlo Alberto Romano e Paolo Giulini, l’avvocato Rossana Lomonaco, il consigliere della Corte d’Appello di Caltanissetta, Gabriella Tomai, e il procuratore generale di Reggio Calabria, Bernardo Petralia. A moderare i lavori sarà il giornalista Giuseppe Bianca.
Nel pomeriggio, alla tavola rotonda moderata da Rosanna Provenzano, referente per la materia dell’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna, interverranno la dirigente dell’Uiepe per la Sicilia, Marina Altavilla; la psicoterapeuta Maria Luisa Benincasa, il direttore del Dipartimento Salute mentale di Palermo, Giorgio Serio, e Giacomo Grifoni, fondatore del Centro uomini maltrattanti di Firenze. A concludere il dibattito sarà Maria Grazia Vagliasindi, presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta.