Pubblicato il: 12/11/2013 alle 09:44
Quindici persone tra dipendenti della Regione siciliana e imprenditori sono state arrestate a Palermo con l'accusa di aver intascato somme destinate al pagamento di beni e servizi forniti all'amministrazione regionale. Nell'ordinanza di custodia cautelare, il Gip ha contestato a vario titolo i reati di peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata liberta' degli incanti, falsita' materiale e ideologica. L'indagine, denominata “Iban”, e' stata avviata nel febbraio del 2012 dai carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della Procura, e ha messo in luce un meccanismo di distrazione e appropriazione indebita di denaro pubblico, fatto confluire sui conti correnti personali degli indagati invece su quelli delle imprese fornitrici della Regione. Il danno per le casse regionali viene quantificano per ora in circa 500.000 euro.
In carcere sono finiti Emanuele Currao, funzionario regionale, e Mario Avara, imprenditore. Ai domiciliari è finita la nissena Concetta Cimino di 67 anni, dirigente regionale in pensione (nella foto), Marco Inzerillo, Gualtiero Curatolo, Maria Concetta Rizzo, Maria Antonella Cavalieri, Federico Bartolotta, Vito Di Pietra, Giuseppina Bonfardeci, Giampiero Spallino, Carmelo Zannelli, Michele Ducato, Marcella Gazzelli. Ai domiciliari pure l'imprenditore Amedeo Filingeri.
Le indagini, sviluppate dal febbraio 2012, nascono dalle denunce sporte dal Dirigente protempore del Dipartimento dell’Istruzione e Formazione Professionale dell’Assessorato della Regione Siciliana, Ludovico Albert, e da Marcello Maisano, attuale dirigente dell’Area Affari generali del medesimo Dipartimento, a seguito della ricezione di una diffida per mancato pagamento di un importo pari a 100.000 euro circa in favore di una società di servizi R.S.O.. I primi accertamenti svolti dai diretti collaboratori del denunciante evidenziavano che quella società risultava già beneficiaria della somma oggetto della diffida. Tuttavia gli approfondimenti disposti dalla dirigenza permettevano di verificare che l’IBAN del conto corrente sul quale era confluita la somma era intestato ad un soggetto diverso dal reale beneficiario, ossia al titolare in Palermo di un’attività commerciale di rivendita di legname, Mario Avara. L’allora Dirigente degli affari generai, Concetta Cimino, ora in pensione, facendo riferimento ad un errore materiale generato dal sistema informatico nella fase di preparazione ed invio telematico del bonifico, richiedeva la formale restituzione.