Pubblicato il: 11/10/2015 alle 08:21
Giovanni Falcone
“Le dimissioni del Sindaco di Roma, il Prof. Ignazio Marino, mi spingono ad una riflessione che spero di poter condividere con coloro che hanno la voglia e la pazienza di leggerla. Si può comprendere bene che Marino sia stato lasciato solo dopo una serie di attività che lo hanno portato a contrastare i poteri forti che spaziano dalla gestione dei rifiuti fino a mafia capitale”. E' quanto dichiara Giovanni Ruvolo, che questa mattina ha scritto sulla propria pagina Facebook un attestato di solidarietà al collega della Capitale dimissionario. Ma l'accostamento di Marino al giudice Giovanni Falcone, in relazione all'isolamento nei momenti più critici della sua carriera, sta suscitando una pioggia di critiche per il primo cittadino nisseno.
“Marino è, per me, una vittima di un sistema che si circonda di servi sciocchi che si muovono nell'ambito del giornalismo di bassa lega, da quella parte del mondo delle professioni svilite ed alla ricerca di continui benefici o di frustrati che pontificano da dietro le persiane”, scrive Ruvolo da Rochester dove si trova per una visita istituzionale.
“Attorno a pochi burattinai ruota un mondo di nani e tutti rappresentano quel circo delle apparenze che continuano a tutelare il bene di pochi a scapito del bene comune. Per questo l'Italia resta l'ultimo paese d'Europa in termini di ricchezza prodotta e della qualità della vita.
Roma perde, e con essa tutta l'Italia, perché una persona perbene è stata lasciata sola dai cittadini. Nessuno da solo può cambiare un modo di fare politica fortemente radicato e collegato con la parte malata della società. Il lavoro fatto da una parte della società malata ha voluto minare la credibilità di Marino per isolarlo, per minare la sua credibilità. Così come ha fatto la mafia con Falcone”, scrive Ruvolo paragonando il giudice antimafia al collega medico e sindaco.
“Non sono pericolosi i burattinai ma i nani che da certe redazioni o salotti screditano di fronte a cittadini troppo distratti. Il cambiamento passa dalla partecipazione. Senza il cordone di protezione di una cittadinanza responsabile nessuna azione politica o amministrativa potrà cambiare il volto delle nostre città e della nostra meravigliosa Patria. E non accetto l'idea che Marino sia un delinquente perché ha cenato con chi non doveva: la sua fama internazionale e la sua condizione di benessere che deriva dalla sua fiorente attività professionale rende evanescente questa teoria. Vogliono farlo fuori perché era un elemento di discontinuità. Mi aspetto che i romani si sveglino dal torpore e scendano In piazza a sostegno del Sindaco Marino”.