Un colpo da 5 milioni di euro alle Poste, realizzato con una truffa meno complessa di quanto la cifra sottratta possa lasciare intendere: è caccia ai responsabili del raggiro. Un episodio che fa comprendere, ancora una volta, come l'attenzione a svolgere determinate operazione in rete non sia mai sufficiente. La banda responsabile del raggiro sarebbe riuscita a introdursi in una comunicazione con Microsoft relativa al pagamento di una commessa molto consistente. Il metodo utilizzato, per quanto "rudimentale" si è rivelato decisamente efficace: i responsabili, infatti, hanno costruito la loro truffa attorno a una e-mail trappola, realizzata con la semplice sostituzione di una lettera. Una "l" che prende il posto di una "i", trasformando @mirosoft in @mlcrosoft.
La responsabile dei pagamenti di Poste è stata così indotta all'errore, effettuando il previsto versamento sull'Iban indicato espressamente nel messaggio prodotto dall'account fasullo. Una cifra che, come da accordi, sarebbe servita per acquistare prodotti e servizi forniti da Microsoft, totalmente estranea alla vicenda e quindi non indagata.
L'abilità dei truffatori è stata principalmente quella di riprodurre un messaggio con formattazione, etichette e contenuti simili ai consueti. "Pagate l'ultima rata della fattura su questo nuovo Iban", recitava l'e-mail, e così la responsabile dei pagamenti ha fatto, non riscontrando alcuna differenza che potesse insospettirla. Il denaro è sparito in breve, senza che ci fosse alcuna possibilità di rimediare (Federico Garau, Il Giornale).