Pubblicato il: 31/05/2022 alle 17:20
Dalle parole ai fatti: il sindaco Gambino chieda il risarcimento dei danni per l’irreparabile lesione all’immagine della nostra città. Le immagini del video di tik tok della dottoressa del pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, diffuse sul web, ma soprattutto la frase “quando hai finito il turno, non hai ucciso nessuno e puoi tornare a casa a dormire…", hanno arrecato sgomento ed indignazione all’intera città, lesa irreparabilmente nella sua immagine al cospetto nazionale. Faccio appello pubblico al Sindaco Roberto Gambino, che rappresenta la comunità nissena ed è il responsabile della salute pubblica, perché assuma al più presto iniziative giudiziarie dinanzi il tribunale civile per il gravissimo danno all’immagine che la città ha subito.
La nostra città deve essere risarcita per la lesione all’immagine che ha ingiustamente dovuto patire a causa di quel video e di quella frase così infinitamente offensiva! Questa sarebbe una delle dimostrazioni concrete di tutela della collettività che le istituzioni rappresentano. Mi auguro, fortemente, che i vertici dell’ASP, oltre ad avviare i conseguenziali ed obbligatori accertamenti in sede disciplinare, abbiano già trasmesso un esposto alla Procura della Repubblica di Caltanissetta perché siano valutate eventuali responsabilità anche di natura penale nonché alla Procura Regionale della Corte dei Conti perché siano vagliate le responsabilità di natura erariale per la lesione all’immagine di una azienda sanitaria che peraltro si fregia di essere, sebbene solo sulla “carta”, DEA di II livello.
Ben vengano le iniziative disciplinari attivate dall’Ordine dei medici di Caltanissetta proprio a tutela dell’immagine dei medici che con tanta abnegazione e responsabilità operano nell’interesse della salute della collettività. Abbassare i toni o, peggio, tacere o sorvolare su certe questioni non è ammesso tanto più quando diversi servizi sanitari sono scadenti e di cui, da anni, l’intera città lamenta il corretto ripristino ed invoca il suo sacrosanto diritto alla salute. Non vorremmo più piangere nostri figli per la malasanità nè raccogliere l’amarezza di chi, come Vincenzo Mattina -a cui va la mia vicinanza incondizionata per la sua battaglia di verità- ha dovuto sopportare l’ennesimo e gravissimo affronto alla memoria di suo figlio Mirko, inferto da chi ricopre un ruolo sanitario e di primaria necessità. La solidarietà a parole non basta, sarebbe il momento di passare ai fatti!
Annalisa Petitto
Capogruppo PD al Consiglio Comunale di Caltanissetta