Pubblicato il: 26/11/2014 alle 11:59
Continua a Caltanissetta, il corso per operatori di base organizzato dal Centro di Aiuto alla Vita aperto a quanti volessero fruirne per qualsiasi motivo: formativo, culturale, professionale, di missionarietà. Le lezioni comprendono aspetti antropologici, sociologici, motivazionali, metodologici e morali. Il corso è completamente gratuito, non prevede limitazioni di numero di partecipanti, limiti di età o titolo di studio e a quanti lo richiedessero offrirà un attestato finale di partecipazione. Consta di sei incontri complessivi, siamo al quinto e penultimo che si svolgerà presso i locali della parrocchia S.Biagio a Caltanissetta, mercoledì 26 novembre 2014, alle ore 16.00, con lezione di mons. Liborio Campione su “ Evangelium vitae: relazione psicofisica tra madre e feto e dignità del bambino non ancora nato” e “la vita prenatale”.
Giuseppa Naro, presidente del Cav, riprendendo la dichiarazione di ieri dell’on. Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, e con particolare riferimento al neonato ritrovato nel cassonetto della spazzatura a Palermo, ha ricordato come sia urgente diffondere a tutti i livelli una autentica, profonda e decisa cultura della vita .
«Ancora una volta siamo testimoni del triste ritrovamento di un neonato abbandonato nel cassonetto delle immondizie – ha infatti affermato Carlo Casini – Siamo profondamente rattristati per la misera fine di questa bambina che avrebbe potuto probabilmente essere salvata se la madre avesse incontrato persone solidali e capaci di pronunciare parole di vita. Siamo rattristati anche dal luogo simbolico scelto dalla madre o da chi per lei per sbarazzarsi della bambina. Le immondizie sono l’immagine dell’ultima povertà, dell’inutilità estrema. E quello che ha creato una certa cultura è proprio l’identificazione del bambino con l’inutile, il non umano, l’oggetto che si può gettare tra i rifiuti. Non a caso qualcuno, in giro per il mondo, comincia ad ipotizzare l’aborto post nascita per liberarsi di bambini malati, casualmente sfuggiti agli accertamenti pre-natali. Siamo rattristati anche dal fatto che sarebbe così facile salvare i bambini abbandonati alla nascita. Basterebbe partorire in anonimato nella sicurezza di una struttura ospedaliera, almeno finché questo sarà possibile. Ma basterebbe anche lasciare il neonato in una delle 45 Culle per la vita che il Movimento per la vita ha ripreso dalla secolare tradizione delle ruote degli esposti e rese moderne ed efficienti macchine salva-bambini sparse in tutta Italia. La singolarità del caso palermitano –conclude – è che proprio nell’ospedale che ha accolto la bambina ormai morta è attiva da anni una di queste culle. Sarebbe veramente bastato andare poco più in là del cassonetto per offrire una speranza a quella bambina”.