Pubblicato il: 17/07/2013 alle 08:21
L'assessore alla Formazione della Regione siciliana, Nelli Scilabra, ha firmato la direttiva per l'immediata revoca dell'accreditamento degli enti Aram, Ancol e Lumen coinvolti nell'inchiesta che a Messina ha portato agli arresti di 10 persone, tra le quali le mogli del deputato regionale del Pd Francantonio Genovese e dell'ex sindaco della città Giuseppe Buzzanca (Pdl). “Il governo regionale – ha detto Scilabra – non può indugiare dinanzi a fatti così gravi, pertanto interrompiamo i finanziamenti a questi enti e sospendiamo qualsiasi rapporto con chi ha truffato la nostra amministrazione. Non possiamo limitarci a vedere questi arresti come un fatto circoscritto al solo sistema della formazione professionale: si abbia il coraggio di aprire una nuova questione morale che investe parte della politica siciliana, quella parte che pensa ai propri affari e alle proprie campagne elettorali”. “Sono profondamente disgustata – conclude – da questo sistema deviato che intreccia gli affari della politica e gli affari di alcune famiglie eccellenti. Non possiamo nasconderci dietro un dito e far finta di niente. In Sicilia esiste un sistema ben collaudato che ha trasformato il denaro dei cittadini in proprietà privata. Da mesi denunciamo e di certo non ci fermeremo”.
“La formazione in Sicilia è stata un regno di cose che non vanno e di una spartizione da parte del sistema di potere che va oltre il caso di Messina. In giunta questo pomeriggio delibereremo la sospensione immediata dell'accredito per tutti gli enti di formazione coinvolti, in attesa di avere le carte della magistratura per procedere alla revoca. Questi sono i messaggi chiari e semplici che questo governo lancia senza perdere tempo”. Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta commentando con i giornalisti a Catania, a margine di un incontro, gli arresti a Messina nell'ambito di una inchiesta sulla formazione. “Mi pare – ha continuato Crocetta – che la formazione non ci sia solo a Messina. Ma sul caso messinese ribadisco che interverremo attraverso la sospensione immediata dell'accreditamento per fare corsi di formazione e l'avvio del procedimento di revoca. Sulla formazione abbiamo sempre denunciato tutto pubblicamente”.
Un'inchiesta della Procura di Messina sui corsi di formazione professionale della Regione, finanziati anche con fondi dello Stato e dell'Unione europea, è sfociata in una raffica di arresti. La Guardia di finanza e la Polizia hanno eseguito, su ordine del gip, dieci ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e una misura di sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio. Ai destinatari dei provvedimenti viene contestata l'associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate a progetti formativi. L'inchiesta ruota attorno a tre centri di formazione professionale che operano in provincia di Messina: Lumen, Aram e Ancol.
Le indagini, dirette dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai pm Camillo Falvo, Fabrizio Monaco ed Antonio Carchietti, hanno fatto emergere l'esistenza di un sistema grazie al quale venivano gonfiati i prezzi delle prestazioni di servizio o degli acquisti di beni necessari per l'attività degli enti. In particolare gli inquirenti avrebbero accertato prestazioni totalmente simulate e sovrafatturazione delle spese di gestione. Grazie a questi artifici, i rappresentanti legali dei centri di formazione, attraverso la compiacenza dei titolari di alcune società con i quali erano legati da vincoli di parentela o di fiducia, riuscivano a documentare spese a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato. I centri in questione, che hanno come scopo l'organizzazione – senza fini di lucro – di corsi formativi, avrebbero cosi' ottenuto finanziamenti per importi di gran lunga superiori ai costi effettivamente sostenuti.
Ci sono anche la moglie del deputato del Pd Francantonio Genovese, Chiara Schirò, e quella dell' ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, Daniela D'Urso, tra le persone arrestate oggi da Guardia di Finanza e polizia nell'ambito di un'inchiesta sui corsi di formazione regionale a Messina. Entrambe avrebbero avuto un ruolo in due enti di formazione. L'accusa nei loro confronti e' di e' associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di corsi formativi nell'ambito di progetti approvati dalla Regione e finanziati con denaro proprio, dello Stato e del Fondo sociale europeo.
Ai domiciliari, con le mogli di Buzzanca e Genevese, Melino Capone, ex assessore comunale ed Elio Sauta, ex consigliere del Pd.