Pubblicato il: 02/02/2016 alle 16:12
Il pc e la Poste Pay sequestrate al ricattatore
“Sextortion”, letteralmente estorsione sessuale. Vittima di un 48enne della provincia di Caltanissetta è stata una una donna, una professionista romana, costretta a pagare 200 euro per non vedersi pubblicare le proprie foto hard su Facebook. L'uomo, già conosciuto alle forze dell'ordine, al termine di una indagine è stato denunciato dalla polizia proprio per “estorsione sessuale”.
L’uomo è stato smascherato dagli agenti del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma. Dopo aver inviato una richiesta di amicizia ad una donna sul noto social network Facebook, l’uomo ha intrapreso con lei una “relazione” basata su conversazioni, proseguite poi su WhatsApp. In seguito il 48enne aveva richiesto ed ottenuto delle immagini “hard” dalla donna, attraverso le quali aveva iniziato a “ricattarla”, minacciandola di pubblicare sul social network il contenuto delle conversazioni tra loro intercorse e le foto erotiche ottenute, qualora non avesse ricevuto in tempi brevi la somma di 200 euro.
In aumento i ricatti sessuali sulla ReteLa donna, una professionista romana, spaventata da quanto stava accadendo, e destinataria di sempre più insistenti e frequenti minacce, si è allora rivolta agli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni i quali, al termine di approfondite indagini, seguendo le tracce “informatiche” che l’uomo aveva lasciato, lo hanno individuato. Nel corso della perquisizione i poliziotti hanno trovato e sequestrato il cellulare contenente la scheda con la quale erano avvenute le conversazioni ed erano state scambiate le foto “oggetto del ricatto”, nonchè la carta postepay che l’uomo aveva indicato alla donna sulla quale versare la somma richiesta.
Un fenomeno, quello della cosiddetta “Sextortion”, ben conosciuto dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Le vittime sono prevalentemente uomini ma negli ultimi tempi anche donne: persone sole o sposate, ma anche ragazzi e ragazze minorenni, di tutte le fasce sociali. La seduzione avviene in chat. Generalmente il primo contatto ha luogo su un Social network qualsiasi. L’immagine utilizzata è quella di una persona “avvenente” e così, dopo essersi scambiata “l’amicizia” e qualche battuta in “chat”, ci si sposta su Skype per una “video chiamata”.
Nel frattempo la conversazione si fa intima, il ricattatore sale di livello, inviando un suo video hard, così da far capire le intenzioni e le linee del rapporto. Quindi chiede di mantenere la stessa condotta alla vittima, la quale si spoglia, inconsapevole di essere ripresa in un video. A questo punto scatta l’estorsione, con la minaccia che il video registrato venga pubblicato su Youtube, e magari condiviso con tutti i “contatti social” della persona ripresa.