(di Francesco Oliva, La Repubblica) Pretendeva dal suo avvocato una cifra di 50mila euro per i danni subìti dalla moglie in un incidente stradale. Perché la somma stabilita dall’assicurazione, pari a 15mila euro sulla scorta dei risultati di una perizia medica, era ritenuta troppo bassa. E le minacce sarebbero diventate sempre più pesanti: come il 12 luglio quando si è presentato allo studio dell’avvocato con una pistola in pugno puntandola al collo e al corpo del professionista per lamentarsi su come stava gestendo la pratica: “O mi dai 50mila euro o le cacci tu entro fine mese” disse in dialetto sbattendo l’arma sul tavolo in cristallo infrangendolo. Minacce ripetute anche nei giorni successivi.
Marco Della Rocca, 44 anni, di Gallipoli, volto noto delle forze dell’ordine anche per un tentato omicidio, è arrestato sulla scorta di un’ordinanza a firma del gip Marcello Rizzo in virtù delle indagini condotte dagli agenti del commissariato di Gallipoli. È stato l’avvocato a consentire ai poliziotti di chiudere il cerchio attorno al cliente estorsore dopo aver rinunciato al mandato. Il professionista ha raccontato, allegando anche registrazioni audio e immagini video, tutti gli episodi in cui si è visto piombare l’uomo nello studio.
Oltre a quello del 12 luglio ne sono succeduti altri: il 17 luglio, Della Rocca raggiunse l’avvocato in un locale ribadendo lo stesso concetto: avrebbe sparato a lui e ai familiari se non avesse ottenuto la somma richiesta; due giorni dopo si sarebbe nuovamente recato allo studio del professionista minacciandolo sempre di ucciderlo e sventolando una busta di plastica depositata poco dopo sul pianale dello scooter della vittima con una bottiglietta contenente benzina. Il tutto corredato da un commento: “Questo è un promemoria che ti lascio, te lo lascio pure vicino le telecamere”.
Ed effettivamente gli agenti hanno poi constatato la presenza dell’uomo e della bottiglietta sul posto. A nulla sarebbe valso il tentativo dell’avvocato di avere un incontro con il padre di Della Rocca per cercare di riportarlo alla calma e al dialogo. Anzi. Il cliente si era già creato una propria difesa nel caso in cui, come poi accaduto, fosse stato denunciato. A un avvocato aveva fatto sapere che era stato avvicinato il padre “con personaggi della malavita”, e che doveva reperire una cartella clinica per documentare una qualche patologia psichiatrica.
Per il gip, le dichiarazioni della persona offesa si devono ritenere attendibili e credibili e gli elementi raccolti portano a contestare il reato di tentata estorsione “perché Della Rocca non ha agito al fine di esercitare un preteso diritto ma voleva costringere l’avvocato ad avere del denaro di cui lui e la moglie non ne avevano alcun diritto in quanto la cifra di 50mila euro si doveva ritenere esorbitante rispetto a quella che potevano ottenere”.
E per Della Rocca si sono aperte le porte del carcere di Lecce “tenuto conto della spregiudicate condotte commesse nella consapevolezza di essere ripreso da videocamere di videosorveglianza che fanno presagire una progressione criminosa che potrebbe portare alla commissione di ulteriori e più gravi reati, anche con l’uso di armi. A ciò si aggiungano i plurimi precedenti penali che confermano una personalità incline a delinquere e insofferente al rispetto delle comuni regole del vivere civile". L'arrestato è difeso dall'avvocato Umberto Leo.