Pubblicato il: 19/03/2021 alle 15:37
Tra i mezzi utilizzati per corrompere Crocetta ci sarebbe stato un video di contenuto scabroso attinente alla sua vita privata. L’ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, avrebbe impedito che venisse reso pubblico. In particolare Montante sarebbe intervenuto per evitare la diffusione del video che ritraeva Crocetta in atteggiamaneti intimi. E' uno dei dettagli che emerge dall'inchiesta della Squadra Mobile di Caltanissetta e coordinata dalla Procura nissena che ha appena chiuso le indagini nei confronti di 13 indagati.
Questa arma di ricatto sarebbe stata utilizzata da lui per inserire nelle giunte guidate dall’ex esponente del Megafono persone di sua estrema fiducia come Linda Vancheri prima e Mariella Lo Bello poi, assieme alla nomina del commissario Irsap, Maria Grazia Brandara. Nel nuovo filone di inchiesta che coinvolge esponenti politici, imprenditori e rappresentanti delle forze dell’ordine ci sono 13 indagati accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione e reato di accesso abusivo a sistema informatico.
Oltre all’ex leader di Confindustria Antonello Montante ci sono Rosario Amarù, l’ex commissario dell’Irsap Maria Grazia Brandara, l’imprenditore ed ex presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro, Rosario Crocetta, l’ex capo centro della Dia di Palermo Giuseppe D’Agata, l’ex capo della Dia Arturo De Felice, il capo della sicurezza di Montante Diego Di Simone Perricone, gli ex assessori regionali alle Attività produttive Maria Lo Bello e Linda Vancheri, il vice questore in servizio allo scalo di Fiumicino, Vincenzo Savastano, ex capo centro della Dia di Caltanissetta Gaetano Scillia, l’imprenditore Carmelo Turco. A Catanzaro, Crocetta, Vancheri, Lo Bello, Brandara, Savastano, De Felice e Scillia viene contestata l’associazione a delinquere con Antonello Montante e gli altri indagati già coinvolti nel primo processo allo scopo di commettere più delitti contro la pubblica amministrazione e accedere al sistema informatico delle forze dell’ordine per costruire dossier contro quelli che venivano considerati i “nemici”. Per questo incarico si sarebbe fatto aiutare da De Felici. Crocetta avrebbe scelto per la sua giunta gli assessori Lo Bello e Vancheri indicati da Montante che li avrebbe poi manovrati a suo piacimento. In cambio l’ex presidente della Regione avrebbe ottenuto, a sua volta, da Catanzaro e Montante 200 mila per finanziare nel 2012 la campagna elettorale del Megafono (il movimento di Crocetta) e l’intervento di Montante per “evitare la diffusione di un video a contenuto sessuale che ritraeva Crocetta”. A sua volta Catanzaro avrebbe ottenuto favori e consigli per la sua società che si occupa di rifiuti. A Savastano viene contestato, nella sua qualità di vice questore aggiunto in servizio allo scalo aereo di Fiumicino, di avere consentito a Montante, e soggetti da lui indicati, anche per il tramite di Diego Di Simone Pirricone, di eludere sistematicamente le disposizioni relative ai controlli di sicurezza cui sottoporre i passeggeri di voli aerei al momento dell’imbarco e dello sbarco. Ad Arturo De Felice, nella sua qualità di direttore della Dia di “avere esercitato le proprie prerogative istituzionali, sia investigative che direttive, in maniera tale da soddisfare gli interessi del Montante e di soggetti allo stesso strettamente collegati anche adottando, su esplicita sollecitazione, iniziative pregiudizievoli nei confronti di soggetti invisi a quest’ultimo”. Stessa cosa viene contestata all’ex capocentro della Dia di Caltanissetta Gaetano Scillia.