Pubblicato il: 19/04/2019 alle 17:42
"L'ex presidente dell'Irsap Sicilia, Alfonso Cicero, avrebbe subito minacce e intimidazioni da Antonello Montante, ex leader di Sicindustria. In particolare Montante, voleva che Cicero firmasse una lettera con data retroattiva al 10 luglio 2014. Nella stessa Cicero avrebbe dovuto dichiarare che l'azione di denuncia contro mafia e affari nelle aree industriali della Sicilia era frutto delle sue indicazioni". Questa circostanza è emersa durante la requisitoria dei pubblici ministeri Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso, nell'udienza che si è celebrata a Caltanissetta, davanti al gup Graziella Luparello, nell'ambito del processo con rito abbreviato nei confronti di Montante e altri cinque imputati.
La data della lettera doveva essere firmata prima del 10 luglio 2014, poiché quel giorno Cicero era stato audito dalla Commissione parlamentare antimafia. Proprio in quel periodo, fra l'aprile e il luglio 2015, c'era in ballo la riconferma di Cicero al vertice dell'Irsap. Montante, per costringere Cicero a firmare e quindi intimidirlo, gli avrebbe mostrato, secondo l'accusa, un tabulato con diversi sms e fra questi anche alcuni messaggi che l'ex presidente dell'Irsap Sicilia aveva inviato a Montante. Poi quest'ultimo pronunciò una frase: "Ce ne saranno per tutti". Il 17 settembre 2015 Cicero, parte offesa e parte civile nel processo, assistito dall'avvocato Annalisa Petitto, rivelò ai magistrati nisseni come Montante avesse messo in piedi un vero e proprio "sistema". Il giorno dopo, si dimise da tutti i suoi incarichi e rinunciò anche alla proposta dell'ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, che voleva nominarlo commissario straordinario dell'Irsap. Durante la loro requisitoria, i pm si sono soffermati anche sugli accessi abusivi alla banca dati dello Sdi, commissionati da Montante.