Pubblicato il: 28/03/2014 alle 08:53
Paolo Vivacqua
C’è anche Germania Biondo, l’ex moglie di Paolo Vivacqua, il “rotamat” miliardario di Ravanusa, “re delle false fatturazioni”, ucciso nel novembre di due anni fa a Desio, tra le cinque persone arrestate con l’accusa di omicidio volontario per aver assassinato l’imprenditore ravanusano. E poi altre vecchie conoscenze legate in qualche modo alla Sicilia e a Paolo Vivacqua, come Antonio Giarrana, 30 anni, nato a Canicattì, di fatto domiciliato a Desio ma ravanusano a tutti gli effetti, già condannato all’ergastolo per l’omicidio della consuocera di Vivacqua, Franca Lojacono e Antonino Radaelli, 52 anni, anche lui di Desio ed anche lui condannato per l’omicidio Lojacono. Poi altri due agrigentini residenti in Brianza: Salvino La Rocca e Diego Barba, cognato di Calogero Licata Caruso, altro protagonista eccellente della “saga” dei Vivacqua.
Si chiude così un’inchiesta complicatissima che grazie alla pazienza ed all’acume investigativo dei carabinieri guidati da magistrati capaci e volitivi finalmente ha trovato lo sbocco atteso. Tutta l’intricata storia ruota attorno a Germania Biondo, moglie separata di Paolo Vivacqua che non avrebbe “digerito” la separazione e soprattutto il legame sentimentale dell’ex marito con una giovane ed avvenente donna rumena che recentemente aveva dato un figlio alla vittima. Un affronto coniugato con altre situazioni, come ad esempio, il dover dire addio alle munifiche elargizioni del marito divenuto ultramiliardario vendendo rottami e non pagando le tasse. Una complicatissima storia che in parallelo ha originato anche l’omicidio di Franca Lojacono, ritenuta la custode di Vivacqua di un “tesoro” che non è stato mai trovato, l’arresto di tutti figli di Vivacqua e Germania Biondo, nonché la scoperta di grandi corruzioni in Brianza che hanno incastrato amministratori locali, politici, imprenditori e professionisti.