Pubblicato il: 22/05/2015 alle 07:16
Questa settimana il centro di formazione della Croce Rossa di Caltanissetta ha voluto focalizzare l’attenzione sul fenomeno dell’arresto cardiaco primario, evento che in Europa colpisce circa 70.000 persone e che, se vengono adeguatamente diffuse e insegnate le manovre di rianimazione cardio polmonare e defibrillazione precoce, potrebbero ridurre il numero di decessi. “In questi casi – ha spiegato il centro di formazione della Croce Rossa di Caltanissetta – il ruolo del primo soccorritore riveste la colonna portante dell’impalcatura che segue la catena dei soccorsi”.
Cosa è la M.C.I.?
La Morte cardiaca improvvisa (Mci) colpisce ogni anno in Italia più di 1000 giovani con età inferiore ai 35 anni (Del Vecchio, 2008). Si tratta di un fenomeno di una certa rilevanza sociale, quindi, con una particolarità preoccupante: la sua mortale insorgenza in soggetti apparentemente sani, perfino negli atleti.
La definizione stessa indica che la Mci è inaspettata: dopo circa un'ora dalla comparsa dei sintomi prodromici (cardiopalmo, tachicardia, dispnea, astenia, altro), non sempre evidenziabili e/o presenti, si manifesta generalmente l'arresto cardiorespiratorio. La presenza o meno di patologie cardiache preesistenti non è un fattore strettamente necessario per l’insorgenza della Mci, anche se molte malattie del cuore ne aumentano esponenzialmente il rischio.
La definizione e l’intervallo di tempo fra l’insorgenza dei sintomi e l’evento fatale, ovvero l’arresto cardiaco, è molto discussa nel panorama scientifico: ciò che pone difficoltà è il fatto che almeno l’80% degli eventi avviene a domicilio e più del 40% senza la presenza di testimoni. Questo rende impervio definire l’evoluzione dell’evento e la sua causa scatenante; gli ultimi studi tendono a considerare questo intervallo di tempo inferiore o pari a 1 ora , basandosi sull’analisi retrospettiva dei certificati di morte o sulle rianimazioni in emergenza.
Come prevenire e curare la Mci?
Appare chiaro che la Mci riguarda tutte le classi di età e non colpisce necessariamente i soggetti con patologie cardiache sottostanti; è fondamentale quindi la prevenzione di tutti quei fattori di rischio che incidono sulla probabilità che l’evento accada, oltre ad un controllo attento e mirato di coloro, come gli atleti, che rientrino nelle categorie definite a rischio.
Importante e fondamentale è anche la velocità e l’efficacia dell’intervento sul soggetto in Mci, cioè l’attivazione della catena della sopravvivenza. La rianimazione cardio-polmonare (Rcp) gioca quindi un ruolo chiave nella sopravvivenza del soggetto colpito da Mci: molti studi mostrano che raddoppia le possibilità di sopravvivenza post-evento, anche se condotta da un laico; inoltre tanto più velocemente viene effettuata, tanto più saranno alte le possibilità che la vittima sopravviva
io che incidono sulla probabilità che l’evento accada, oltre ad un controllo attento e mirato di coloro, come gli atleti, che rientrino nelle categorie definite a rischio.
Importante e fondamentale è anche la velocità e l’efficacia dell’intervento sul soggetto in Mci, cioè l’attivazione della catena della sopravvivenza. La rianimazione cardio-polmonare (Rcp) gioca quindi un ruolo chiave nella sopravvivenza del soggetto colpito da Mci: molti studi mostrano che raddoppia le possibilità di sopravvivenza post-evento, anche se condotta da un laico; inoltre tanto più velocemente viene effettuata, tanto più saranno alte le possibilità che la vittima sopravviva (Zipes, 2007; Fuster, 2009; Modi, 2011).
Per approfondire: Prevenzione e primo soccorso: i suggerimenti del Centro Formazione della Croce Rossa di Caltanissetta