Pubblicato il: 18/07/2013 alle 15:45
Secondo la relazione conclusiva dell'Istituto superiore di Sanità “i risultati delle misure sperimentali effettuate dall'Ispra” sulle antenne del sistema Muos degli Usa a Niscemi “indicano che tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana in materia di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici sono attualmente rispettati in larga misura. L'impatto delle antenne presso la stazione Nrtf”, si legge nella relazione del 12 luglio di cui l'agenzia di stampa Ansa ha preso visione, “può essere considerato separatamente da quello delle antenne attualmente in funzione”. Secondo lo studio “non sono prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici” e “anche nell'ipotesi, poco probabile, di un puntamento delle antenne paraboliche a livello del terreno, o comunque nelle direzioni di persone che potrebbero essere esposte al fascio principale, si ritiene che tali rischi possano essere considerati del tutto trascurabili. Per quanto riguarda le possibili interferenze su apparecchiature elettromedicali “non sono prevedibili particolari problemi, connessi alla messa in funzione delle antenne Muos in quanto i livelli di campo elettrico nei luoghi dove è possibile la presenza di tali apparecchiature sono inferiori a 0,6 V/m, compatibili quindi con i normali livelli di campo elettromagnetico di fondo”. Nessun rischio, prosegue la relazione, anche per dispositivi come “pacemaker e defibrillatori cardiaci impiantati”.
Tuttavia, l'Istituto superiore di Sanità sottolinea che “la natura puramente teorica delle valutazioni qui riportate impone comunque la necessità di verifiche sperimentali, successive alla messa in funzione delle antenne del sistema Muos, qualora quest'ultime vengano affettivamente installate”. L'analisi dell'Ispra contenuta nel documento dell'Istituto superiore di sanità che esclude rischi per la salute dai campi elettromagnetici delle antenne Muos “è stata effettuata – si legge nella relazione – in alcuni casi sulla base di assunzioni semplificate ma sempre di ‘caso peggiore' e sulla base dei dati forniti a questi Istituto dall'Ambasciata Usa tramite il ministero della Difesa italiano, integrati da altri dati più cautelativi”. Per gli analisti “le grandi dimensioni delle antenne Muos, che possono giocare un importante ruolo nella percezione dei rischi per la salute da parte della popolazione, hanno l'effetto di rendere particolarmente estesa la regione di campo vicino”. E “se ciò da un lato ha la conseguenza che i cilindri coassiali con le parabole, con base di diametro quadruplo rispetto alle aperture delle parabole stesse, nei quali è confinata la massima parte dell'energia elettromagnetica, e al di fuori dei quali i livelli di campo elettromagnetico sono almeno due ordini di grandezza inferiori al valore di attenzione previsto dalla normativa italiana, si estendono almeno per una ventina di Km, dopo di che quando il fascio di radiazione comincia a divergere, le distanze sono tali che le esposizioni ai lobi secondari della radiazione messa, che potrebbero coinvolgere la popolazione, sono trascurabili”.