Pubblicato il: 19/10/2013 alle 09:05
Sarà il dibattimento a chiarire chi, fin dall'ingresso in sala operatoria del carpentiere nisseno di 68 anni Angelo Giulietti, ha colpe sull'errata trasfusione di una sacca di sangue che l'ha ucciso dopo due settimane di coma. Sono sette le persone che il Gup di Caltanissetta Lirio Conti, al termine dell'udienza preliminare, ha rinviato a giudizio. Il processo è stato fissato per il prossimo 13 gennaio davanti al giudice monocratico Claudia Rossella Ferlito. Gli imputati sono accusati di omicidio colposo: si tratta dell'infermiere Salvatore Raimondi e del tecnico di laboratorio Filomena Morreale, entrambi in servizio all'ospedale Maria Immacolata Longo di Mussomeli, Santa Noto e Salvatore Fiorenza – la prima responsabile del centro trasfusionale di San Cataldo, l'altro biomedico nello stesso reparto – e ancora l'anestesista Angela Ferruzza, i medici Calogero Vullo e Concettina Aurora Ingrascì del presidio ospedaliero di Mussomeli. Contro gli imputati si sono costituiti parte civile la vedova del muratore Michela Battaglia e le figlie Vincenza e Maria Luisa.
La morte di Angelo Giulietti suscitò molto clamore. L'operaio morì il 6 ottobre del 2009 all'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dopo due settimane di agonia. Il 22 settembre precedente era entrato in sala operatoria all'ospedale di Mussomeli per sottoporsi ad un intervento di routine per l'applicazione di una seconda protesi ad un'anca. Secondo gli inquirenti qualcosa però non ha funzionato nelle procedure di selezione delle provette di sangue prima e nella distribuzione delle sacche di sangue pervenute dall'ospedale di San Cataldo. Così a Giulietti fu iniettato sangue differente dal suo gruppo, prelevato da un'altra paziente ricoverata lo stesso giorno in day hospital al “Longo”. Un fatale errore che lo portò alla morte.