Pubblicato il: 23/01/2024 alle 08:55
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Lo hanno rapinato, estorto soldi, minacciato, intimandogli poi di non recarsi in caserma a denunciare. In questo scenario si sarebbe poi inserito un terzo, presunto favoreggiatore… che favoreggiatore non era. Sì, perché la condanna di primo grado gli è stata annullata. Agli altri due imputati, di Mussomeli come la vittima, invece, no.
Così, in appello, sono due le condanne per sospetti rapinatori che, inizialmente, sono stati pure accusati di sequestro di persona, sempre ai danni dello stesso malcapitato. Contestazione che poi è caduta. Immutata, ora, la pena per il trentottenne Fabio La Greca che anche nel secondo passaggio in aula ne è uscito con 12 anni di carcere e 10.500 euro di multa.
Sconto di pena, invece, per il cognato, il ventisettenne Vincenzo Cacciatore, che ha concordato 5 anni e 2 mesi di reclusione – a fronte e sette anni e nove mesi nel primo processo – e, in più, l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. I due cognati (assistiti dalleavvocatesse Teresa Alba Raguccia e Daniela Salamone), sono stati condannati per due episodi di rapina ed estorsione sempre ai danni dello bersaglio e falsità materiale. La Greca, inoltre, anche per spaccio di droga, di hashish più in dettaglio. E per entrambi, già in precedenza, era stato dichiarato il non doversi procedere per sequestro di persona aggravato e violenza privata aggravata in concorso.
Assolto, invece, un terzo, il sessantanovenne Totuccio Piazza (assistito dagli avvocati Giuseppe Dacquì e Ruggero Mancino), zio di La Greca, che in precedenza è stato condannato a sei mesi, seppur con pena sospesa, per favoreggiamento. Questo il pronunciamento emesso dalla corte d’Appello presieduta da Maria Carmela Giannazzo (consiglieri Valentina Balbo e Alessandra Giunta). Mentre la procura generale, eccezion fatta per Cacciatore che ha trovato l’intesa sulla pena con la stessa accusa, ha chiesto la conferma della precedente sentenza.
La vicenda che è stata al centro del processo s’è sviluppata in fasi. E tutto è partito da questioni di droga. Con La Greca che il 5 giugno del 2019 avrebbe ceduto sette grammi e mezzo di “fumo” a un giovane di Mussomeli. Ma il fronte, durante le indagini dei carabinieri, si sarebbe poi allargato. Sì, perché poi – secondo la ricostruzione investigativa – i due avrebbero dovuto comprare droga per conto del rapinato, un giovane pure lui di Mussomeli, V.B., che ha poi scelto di non costituirsi parte civile. Sostanza che i militari hanno sequestrato insieme ai soldi, mai i due cognati avrebbero falsificato la data di quel verbale.
Così lo avrebbero minacciato per estorcergli 230 euro. «Vieni con me a prendermi i soldi subito immediatamente perché altrimenti ti ammazzo… quindi vedi di stare muto prendimi i soldi e non mi cercare più a vita perché alla prossima ti sparo in testa a te e chi viene appresso» lo avrebbe minacciato La Greca alla presenza di Cacciatore. E lo avrebbero fatto salire in auto per recarsi in banca a prelevare. Era il 28 maggio 2019. Ma non è tutto. Perché minacciando di raccontare tutto al padre e alla sorella, per la questione della droga, si sarebbero poi fatti consegnare dall’altro anche l’autoradio e il suo telefono cellulare. In seguito sarebbe entrato in gioco Piazza che, secondo l’accusa, avrebbe avvertito il nipote di una “soffiata” su lui per faccende di droga.