Se Luigi Genovese "fosse mio figlio io prenderei a calci chi dice che è impresentabile perché il padre è stato condannato in primo grado": così ha detto il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci agli stati generali della lotta alle mafie a Milano. "Ha 21 anni – ha aggiunto – è uno studente di giurisprudenza ed è incensurato: per le leggi dello Stato è presentabilissimo". "Io mi indigno di chi si indigna – ha concluso – È da 70 anni che in Sicilia le liste elettorali sono frequentate da personaggi chiacchierati".
"Io – ha poi spiegato – non l'avrei candidato se fosse stato nel mio partito, ma il coordinatore del suo partito, se ne è assunto la responsabilità". Per il presidente siciliano, comunque, nessuna lista è esclusa dal pericolo di candidare cosiddetti "impresentabili" ed è quindi necessaria una soluzione legislativa.
Per Musumeci, "serve una modifica della legge sulle candidature": agli Stati generali della lotta alle mafie a Milano ha ricordato come sia presentabile per la legge un politico che passeggia in centro con un capomafia anche se è eticamente sbagliato. Per questo il governatore è convinto che serva "un codice etico sottoscritto da tutte le forze politiche".
Per il governatore della Sicilia, va rivista la normativa sui commissariamenti dei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, perché "se un Comune viene sciolto due o tre volte lo Stato ha perso". Musumeci ha ricordato l'episodio di Scicli (Ragusa) dove fu esposto uno striscione: "Qui l'unico commissario che conosciamo è Montalbano". "Incide sulla comunità la nomina di due commissari che vanno due volte al mese in Comune perché svolgono altri incarichi. E la gente dice: si stava meglio quando si stava peggio, quando c'era l'amministratore chiacchierato", ha aggiunto. Questo perché, "il commissario, il burocrate non ha il coraggio di scendere tra la gente". "Occorre rivedere la normativa e lo faccio con la consapevolezza che in Sicilia c'è una nuova consapevolezza antimafia – ha concluso Musumeci -. I politici non vengono da Marte, ma li esprimono i cittadini, e la politica è specchio della società, ma qualche volta deve avere anche l'ambizione di esserne guida, non solo lo specchio". (ANSA)