Pubblicato il: 20/09/2018 alle 21:42
Uno spaccato della Sicilia vera e genuina, il racconto di una comunità dell’entroterra dell’isola, Calascibetta, Xibet in arabo, che si spopola ogni giorno di più e che come tante realtà agricolo pastorali sta perdendo la sua identità, la sua memoria.
Scorre su questi binari il Film Nato a Xibet, del regista palermitano Rosario Neri, che sarà presentato in anteprima nazionale venerdì 21 settembre alle 19 a Caltanissetta al cinema palazzo Moncada, con replica l’indomani alla stessa ora.
Il film fissa momenti e scene di vita dei personaggi del paese nella realtà in gran parte già scomparsi e che continuano a perdersi, con l’obiettivo di conservarle sia pure in una pellicola. Un collage fatto con arte e maestria dal regista, che è anche autore del soggetto cinematografico.
Una storia che è piaciuta molto ad un produttore toscano, Maurizio Macelloni che, con la sua Lorebefilmproducion, ha deciso di investire su una realtà del profondo Sud dando vita all’idea di Rosario Neri. “Abbiamo voluto portare sullo schermo – dice Macelloni – un pezzo della Sicilia autentica e della vita di tutti i giorni che non è fatta solo di mafia”.
Il film, che parte dagli anni 80 sino ad arrivare ad oggi, narra la storia del piccolo Pietro La Paglia che da bambino va a scuola ed aiuta il padre a pascolare le pecore. Per lui sembra esserci un futuro già segnato. Ma Pietro ha talento dentro, studia la luce dei raggi solari che penetrano dalle fessure delle finestre delle stalle, disegna con gusto, è bravo a scuola. Il primo amore giovanile con la ragazza con la bicicletta e poi via al Nord a studiare, a rincorrere il sogno di una vita migliore. Diventa fotografo professionista, ma si sa la nostalgia della propria terra resta sempre incollata sulla pelle dei siciliani che emigrano. Un giorno torna in paese e davanti ai suoi occhi scorrono le immagini di quando era ragazzino, le fatiche, gli stenti, i luoghi, le botteghe artigiane, i pastori e i contadini, la vita semplice, ma piena di emozioni, col senso di comunità e di appartenenza.
Scorrono anche le immagini di Domenico Di Mauro, il grande maestro, scomparso nei giorni scorsi, che “pittava” i carri siciliani con immagini suggestive e piene di scene di vita. Quelle della “fuitana” e del matrimonio riparatore con la tipica festa nuziale in campagna. Le conversazioni dal barbiere dove si ascoltava anche la musica fatta apposta per queste sale. Le lezioni tra i banchi di scuola delle elementari, il sogno infranto di Pietro quando barda una bicicletta come fosse un carretto siciliano “però senza cavallo”. La invia ad un concorso al Nord, ma nel tragitto la bicicletta viene irrimediabilmente danneggiata. Una delusione cocente, sconfinata.
E poi la voce di un uomo che fa un quadro piuttosto pessimistico dei siciliani che sono “bloccati, non hanno voglia di fare, di agire, sono in perenne oblio, inerti; il sonno è quello che vogliono”. “Stiamo perdendo la memoria di quello che siamo stati – dice Pietro – Siamo stati noi ad affossare il nostro paese andando via e stiamo regalando intelligenze e creatività ad altri”. Ma la vita a Xibet sta troppo stretta e nemmeno lui resiste alla tentazione di ripartire. E mentre guarda dal finestrino del treno i campi di grano che scorrono sotto i suoi occhi dice a se stesso: “Vado via, ma un giorno chissà, forse… L’eterno dilemma che lacera i siciliani che lasciano la propria terra.
Al Film, che dura un’ora e 40 minuti, hanno partecipato attori professionisti come Vittorio Vaccaro e Domenico Gennaro ed altre 180 persone, la gran parte del luogo. Nato a Xibet è stato presentato al ministero dei Beni culturali per il riconoscimento dell’italianità dell’opera. “Puntiamo – dice il produttore – ad una distribuzione della pellicola in Italia e all’estero per far conoscere l’anima vera di una Sicilia che rischia di essere cancellata”.
Il trailer del film è visibile su Youtube.