Una nuova mini-era glaciale potrebbe essere alle porte per il pianeta Terra: tra il 2030-2040 il sole andrà a «dormire», diminuendo la sua attività sino al 60% e facendo precipitare le temperature medie del globo terracqueo.
Gli effetti sul clima del pianeta saranno potenti: fiumi come il Tamigi di Londra – ghiacciatosi per un fenomeno simile chiamato «Maunder Effect» tra il 1646 ed il 1715 – geleranno, campi e prati saranno coperti di neve 12 mesi l' anno, gli alberi e la vegetazione cresceranno più lentamente e la Terra si troverà immersa in una «Piccola Età del Ghiaccio». Non è fantascienza astro-climatica, le previsioni sono di un nuovo studio presentato al prestigioso «National Astromy Meeting» di Llandudno dalla professoressa Valentina Zarkhova, che sostiene di aver trovato la «chiave» scientifica per pronosticare i cicli solari. I quali, secondo le conoscenze attuali, si alternano alla cadenza di circa ogni 10-12 anni. Il modello messo a punto dal team della Zarkhova si basa sull' effetto «dinamo» tra i due strati del Sole, uno vicino alla superficie, l'altro al «cuore» della zona convettiva.
Secondo i calcoli dell' indagine riportata dal Daily Mail, durante il «ciclo -26» del Sole – che corrisponde al decennio 2030-2040 le due «onde» di attività della stella andranno completamente fuori sincronia. Raggiungendo cioè i propri picchi esattamente nello stesso momento ma sugli emisferi opposti del Sole, annullando di fatto reciprocamente le attività dei suoi due strati. «Quando si verifica una fase di “separazione totale” tra le due onde di attività solari – ha spiegato Zarkhova – si verificano le condizioni osservate l' ultima volta durante il periodo cosiddetto “Maunder Minimum” di 370 anni orsono».
In quella fase inoltre – secondo le osservazioni degli astronomi le macchie solari considerate un altro «marker» dell' attività del sole si ridussero al minimo e i fiumi gelarono. Il nuovo modello – secondo la stessa Zarkhova – ha dimostrato una precisione del 97% nelle previsioni: gli scienziati hanno esaminato tre cicli solari di attività magnetica relativi al periodo 1976-2008, confrontando le loro misurazioni con il conteggio delle macchie solari. I risultati e le previsioni dei due metodi sulle attività del sole in quelle fasi sono stati quasi identici.