Pubblicato il: 15/04/2014 alle 10:29
Stefano Italiano
La corte d'appello di Caltanissetta, presieduta da Salvatore Cardinale, ha assolto, “perché il fatto non sussiste”, il presidente della cooperativa agricola “Agroverde” di Gela, Stefano Italiano, comparso a giudizio con l'accusa di riciclaggio e di favoreggiamento delle cosche mafiose. In sua difesa hanno deposto numerosi testimoni tra cui Tano Grasso, presidente onorario della Fai che raggruppa le associazioni antiracket e antiusura.
L’imputato, presidente anche della cooperativa agricola “Agroverde” di Gela, in primo grado era stato prosciolto per un vizio procedurale. Poi la Procura fece ricorso in appello. I suoi legali, gli avvocati Flavio Sinatra e Franco Pizzuto, nel corso del processo hanno chiamato a deporre, in difesa di Italiano, diversi testimoni, fra i quali Tano Grasso, presidente onorario della Fai e l’ex capo della Squadra Mobile di Caltanissetta, Giovanni Giudice.
Il Procuratore Generale, Antonino Patti, per l’imputato aveva chiesto la condanna a tre anni e sei mesi di reclusione. “E’ stato uno stillicidio”, ha dichiarato Stefano Italiano, subito dopo la pronuncia del dispositivo. L'inchiesta giudiziaria, avviata nel 2005, aveva portato oltre che all'incriminazione di Italiano anche al sequestro del patrimonio aziendale della cooperativa, ritenuto di provenienza illecita. Il tribunale di Gela, però, prosciolse l'imputato e dispose il dissequestro dell'azienda, che prima dell'indagine fatturava 20 milioni di euro l'anno. Stefano Italiano, ex vice presidente dell'antiracket “Gaetano Giordano” di Gela, ha dimostrato di essere vittima della violenza mafiosa e di avere denunciato con coraggio e fatto arrestare gli esponenti di “Stidda” e “Cosa Nostra” gelesi, che avevano tentato l'estorsione nei suoi confronti e in danno dell'Agroverde.