Pubblicato il: 04/01/2019 alle 23:06
La scrivente O.S. preso atto, con stupore e contrarietà, del “distacco”, di fatto, dell’uso dell’impianto di riscaldamento negli Uffici “centrali” e “decentrati”, ove i Lavoratori dell’Ente svolgono quotidianamente la propria attività. E, al contempo, della notadel 02/01/2019 a firma delle SS.LL. n.q. (Commissario Straordinario e Dirigenti) inviata a tutti i dipendenti del Libero Consorzio,con la quale comunicate il contenuto della disposizione di servizio che stabilisce, a far data dal1 gennaio2019,le disdette delle utenze relative al citato impianto di riscaldamento dell’Ente, il ridimensionamento drastico dell’energia elettrica e telefonica, la razionalizzazione delle utenze idriche ecc. E richiedete ai Lavoratori di “limitare drasticamente l’uso dell’energiaper l’illuminazione ai soli casi di assoluta impossibilità di avvalersi gratuitamente della luce naturale esterna”. Per quanto ciò rievoca “scene” di Fantozziana memoria, mai avremmo pensato di dover affrontare un contesto di tal genere. Tanti sono i dubbi che ci assalgono e gli interrogativi che ci poniamo. Tra essi, in particolare, i seguenti: Queste misure cui prodest? Qual è il criterio per cui si adottano misure che, inevitabilmente, si riversano pesantemente e prevalentemente sui Lavoratori dell’Ente? Qual è l’ammontare stimato dei risparmi che tali misure otterranno? Irisparmi saranno tali da risolvere le difficoltà dell’Ente? Qual è la considerazione e la priorità attribuita alla salubrità del posto di lavoro? Essa è garantita?
Con la presente, intendiamo rappresentare alla SS.LL. in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza, il dissenso e l’opposizionepiù decisa all’adozione di tali misure. Queste ultime, se pure fossero intese quali strumento per sensibilizzare il “Governo” Regionale, Nazionale e/o la Politica nelle sue diverse accezioni, le riteniamo inadeguate e sterili. Siamo tutti consapevoli che le ex Province, oggi Liberi Consorzi, non sono Enti privati ma “Istituzioni”Pubbliche e, in quanto tali, rappresentano un “Pezzo” importante dello Stato. E siamo noi, in primis, quali Lavoratori dello “Stato”, lato sensu, a rivendicare tale importanza e dignità. Non può e non deve essere possibile, tra l’altro, che si debba lavorare, in pieno inverno, con addosso il cappotto ed i guanti di lana perché gli ambienti non sono riscaldati. Non è confacente allo status di “Istituzione Pubblica” nel senso più nobile dell’accezione. In caso di emergenza (un guasto dell’impianto), va bene, ma queste, verosimilmente, sembrerebbero essere modifiche strutturali.
Le misure “pesanti”, i Lavoratori dell’Ente le stanno sperimentando già da tempo (vedi “l’incertezza”nel ricevere il pagamento mensile della retribuzione; il procrastinarsi, sine die, del pagamento del salario accessorio;la mancata attuazione di eventuali progressioni di carriera, la revoca del buono pasto ecc.).
Respingiamo che ciò sia una misura indispensabile ed improcrastinabile. Ricusiamo, finanche di poter solo ipotizzare che nessuno riconosca all’Ente de quo, quindi, ai Lavoratori che ivi svolgono la propria attività e vi trascorrono gran parte della loro vita, l’importanza di cui abbiamo detto e che tale circostanza cada nell’obblio.
Per quanto fin qui detto e sostenuto, alfine di ripristinare le condizioni minime di legge necessarie a poter svolgere il proprio lavoro in luogo adeguato per i Lavoratoridell’Ente e per l’utenza, siamo a richiedere, con urgenza, che vengano revocate le misure di cui alla citata nota e in particolare: il blocco del servizio di riscaldamento e di quant’altro. In tal modo, riterremo che il Datore di Lavoro avrà assolto all’obbligo di tutelare la salute psico-fisica dei prestatori di lavoro ed assicurare che i locali della “Azienda” siano in condizioni tali da permettere agli stessi di adempiere le prestazioni contrattuali cui sono obbligati, non subendo nocumento alcuno alla propria salute, giusto l’art. 2087 del Codice Civile, la successiva giurisprudenza della Suprema Corte ed il TUSL.
Fiduciosi nella pronta adesione alla presente istanza, restiamo in attesa di quanto richiesto. Per dovere d’Ufficio siamo, comunque, a riservarci di adottare tutte le iniziative sindacali che l’Assemblea dei Lavoratori dovesse ritenere necessarie.
Si richiede altresì un incontro urgente alfine di poter esprimere de visu le nostre ragioni e ricercare/concordare possibili soluzioni sinergiche. Distinti Saluti.