Pubblicato il: 12/10/2018 alle 15:10
Lettera del sindaco Massimiliano Conti indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al presidente della Regione Nello Musumeci ed ai Dipartimenti nazionale e regionale di Protezione civile, con la quale chiede la definizione delle demolizioni degli immobili rimasti danneggiati dalla frana del 12 ottobre del 1997, nonché dei risarcimenti spettanti agli aventi diritto.
E ciò, proprio in occasione dell’odierna ricorrenza del 21° Anniversario dell’evento calamitoso che si verificò lungo la fascia collinare Sud di Niscemi per un raggio di circa 3 chilometri e che danneggiò irrimediabilmente le mura di tante abitazioni del quartiere Sante Croci, compresa l’antica chiesa “Sante Croci” (nella foto).
Il terribile dissesto idrogeologico non causò vittime, ma lasciò tante famiglie senza casa.
Diversi immobili, rimasti gravemente lesionati e con le mura squarciate e pericolanti compresa l’antica chiesa Sante Croci, vennero demoliti ed una cospicua quantità di senza tetto anche indennizzati.
Riferendosi al Piano degli interventi post frana previsti, suddiviso in tre fasi e comprendente l’individuazione dei proprietari e degli immobili da demolire (prima fase 25 immobili, seconda fase 44 immobili e terza fase 27 immobili), il sindaco Massimiliano Conti scrive: “la prima fase oggi già conclusa, prevedeva contributi (in ragione del 70% della somma spettante) a favore dei proprietari di beni immobili e spese di demolizione, trasporto a rifiuto e costo di conferimento in discarica per l’importo complessivo di 1 milione e 220 mila Euro.
Pertanto le ditte beneficiarie di detto indennizzo, aspettano l’ulteriore 30% di quanto quantificato per gli aventi diritto nella prima fase che vanno aggiunti per quanto necessario per la seconda e terza fase.
Le demolizioni che sono state eseguite nell’ambito degli interventi urgenti previsti nel quartiere Sante Croci, riguardano immobili demoliti in massima parte e nel quale permangono edifici per i quali è prevista la delocalizzazione.
Immobili che presentano segni di abbandono e fatiscenza tali da costituire un pericolo, in quanto ritrovo di vagabondi e tossicodipendenti, benché i pochi edifici rimasti siano in massima parte murati.
Per il quartiere Sante Croci, oggi in completo abbandono, in balia del degrado fisico e sociale, è stato predisposto un progetto per la messa in sicurezza dell’importo di 4 milioni di Euro, al fine di recuperare gli spazi”.
Il primo cittadino pertanto chiede l’intervento delle Autorità destinatarie della lettera per la definizione delle varie problematiche che attendono di essere risolte e che riguardano gli immobili per i quali è prevista la sola delocalizzazione, la delocalizzazione e conseguente demolizione, ed anche di quelli per i quali non è prevista la demolizione o delocalizzazione.