Pubblicato il: 27/01/2024 alle 17:10
“Mio figlio è recluso in condizioni sconvolgenti”. Chiede aiuto la madre di Filippo Mosca, il ventinovenne di Caltanissetta detenuto da quasi nove mesi nel carcere di Porta Alba di Costanza in Romania, dopo una condanna in primo grado a 8 anni e 6 mesi per traffico internazionale di droga. Mosca lo scorso aprile aveva deciso con alcuni amici di andare al festival di musica Mamaia, che si svolge ogni anno a inizio maggio nel teatro estivo di Costanza. Una vacanza che si è trasformata in un incubo, sia per Filippo sia per sua madre Ornella Matraxia, 55 anni, che vive a Londra con le altre due figlie Claudia e Arianna, dove insegna italiano a bambini figli di italiani.
“Mio figlio – dice Ornella – vive in una cella di circa 30 mq con altri 24 detenuti, che hanno a disposizione un buco sul pavimento come bagno. Non bagno alla turca, ma buco, usato da tutti, sempre intasato e che non viene mai pulito. Le condizioni igienico-sanitarie sono a dir poco disastrose”. Filippo era tornato a Caltanissetta dopo aver gestito un ristorante a Ibiza, poi dato in gestione. Due giorni fa, riferisce la madre, è rimasto coinvolto in una rissa in cella. “Ha ricevuto due pugni in viso, ha il labbro spaccato – racconta la donna -, gli è stato versato addosso un contenitore con acqua bollente, un altro detenuto ha cercato di colpire mio figlio con un coltello allo stomaco, fortunatamente è stato fermato da un altro compagno di cella”.
Filippo è stato portato in infermeria per l’ustione, poi è stato trasferito in un’altra cella. La madre afferma che il figlio per punizione non potrà più fare la spesa, non potrà più ricevere visite e nemmeno pacchi dall’esterno per due mesi. Ogni mese la madre fa la spola da Londra a Costanza, affitta un b&b e cucina per il figlio, in modo da fargli avere in carcere un pasto caldo e sano. Per otto mesi, continua la donna, ha potuto vedere Filippo soltanto attraverso il vetro, poi da dicembre la situazione è cambiata. “Ma le condizioni dei reclusi sono inumane – sottolinea Ornella -. Porta Alba è una struttura fatiscente, fa molto freddo e non ho potuto portare nemmeno una coperta, perché serve una autorizzazione che a Filippo è stata negata. Mancano alimenti, igiene, assistenza sanitaria. È possibile fare la doccia una volta a settimana, quando c’è l’acqua che è solo fredda. E quando Filippo si lamenta la guardia gli dice: ‘Welcome in Romania’. Non c’è traccia di rispetto della dignità umana”.
La madre è molto preoccupata: “Sento Filippo ogni giorno ed è uno strazio, non posso essere lì a proteggerlo, è disperato, sono in ansia. Lui è lì dentro e io sono dentro con lui, è indescrivibile. Mi auguro che qualcuno ci aiuti. Non chiedo che mio figlio venga liberato, ma che gli vengano garantiti un processo equo e condizioni civili”. Ad aprile il processo d’appello. Il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti intanto ha annunciato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda. Della vicenda si è interessata Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, che sta mettendo a disposizione un legale per intervenire con la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Il caso è noto anche alla Farnesina, con cui Ornella Matraxia è in costante contatto.