Pubblicato il: 22/12/2017 alle 15:28
Galeotto sarebbe stato quell’invito. Per l’accusa un invito “trappola” a casa. Perché avrebbe tentato di approfittare di lei. Di un’amica. Ma, imprevisto dietro l’angolo che non t’aspetti, proprio nel momento cruciale lui sarebbe stato colto pure da un malore.
Questo, almeno, è quanto figurava nei contenuti della richiesta di rinvio a giudizio poi accolta.
Ma adesso le accuse non hanno retto. Lui, l’imputato, non avrebbe abusato di lei approfittando dell’ospitalità che le aveva offerto in casa.
Che, nel concreto, s’è tradotto in un verdetto di non colpevolezza emesso dal tribunale al termine del processo celebrato con rito ordinario.
Scacciata via la pesantissima ombra del sospetto che era scesa sul quarantaseienne Luigi Lombardo (assistito dall’avvocato Davide Schillaci) finito alla sbarra per rispondere dell’ipotesi di violenza sessuale continuata. Imputazione che alla fine s’è sciolta come neve al sole.
Sì, perché lo stesso Collegio giudicante presieduto da David Salvucci (a latere Marco Milazzo e Salvatore Palmeri) ha emesso un verdetto assolutorio a carico dell’imputato. Anche la stessa accusa, alla fine, pur avendone chiesto prima il rinvio a giudizio, alla fine dell’istruttoria dibattimentale ha aggiustato il tiro.
Lei, la donna che sarebbe stata al centro delle “particolari attenzioni”,la trentunenne Z.S. d’origine siracusana, di Lentini in particolare, alla fine ha scelto di non costituirsi parte civile nel dibattimento che ne è derivato.
È stato proprio da una sua denuncia che ha preso le mosse l’indagine dopo quella sera di piena estate trascorsa in casa dell’amico. Era una sera di agosto, per l’esattezza dell’8 di quel mese di tre anni fa.
I due, legati da un rapporto di amicizia, un giorno si sarebbero trovati insieme a casa di lui. L’avrebbe ospitata per un breve viaggio in città. Avrebbero trascorso un po’ di tempo insieme. Poi la cena, bevendo qualcosina e nelle intenzioni di lui – secondo una prima tesi accusatoria – vi sarebbe stato anche un piacevole dopo cena.
Ma poi le cose sarebbero andate diversamente. Lui- sempre secondo l’originaria ipotesi degli inquirenti che s’è poi basata sulla denuncia della donna – avrebbe tentato un primo approccio. Non timido ma deciso. Fino alla presunta violenza… che poi non ci sarebbe stata. Così ha stabilito il pronunciamento del tribunale.
Ma d’improvviso, peraltro, l’uomo sarebbe stato pure colto da un malore. E quel presunto momento «hot» in casa sarebbe stato bruscamente interrotto da questo fuori programma. Un malore, in funzione dei due differenti punti di vista di lui e di lei, che sarebbe arrivato proprio al momento sbagliato oppure più opportuno.
Così, in maniera più o meno movimentata e con quell’imprevisto, si sarebbe chiusa quella serata.
Ma la storia non è finita lì. No. Perché la donna avrebbe dato un seguito a quella vicenda. Si sarebbe poi presentata alle forze dell’ordine per denunciare quella presunta violenza subita dall’amico all’interno del suo appartamento.
E il dossier è finito subito nelle mani della magistratura che ha inserito il nome dell’indagato nel registro delle notizie di reato per quei presunti abusi della sera dell’8 agosto del 2014.
Il sospetto violentatore, che violentatore non era, è stato rinviato a giudizio e adesso, nel procedimento che ne è derivato, è stato assolto perché – secondo i giudici – vi sarebbe stato soltanto un approccio, magari deciso e rifiutato dalla donna, ma avance. Nessun abuso consumato. Da qui l’assoluzione per violenza sessuale. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia del 22 dicembre 2017)