Nei giorni scorsi l’AIFA ha emanato la "nota 99” per l’uso dei farmaci inalatori per il controllo della Bronchite Cronica Ostruttiva, nel mantenimento e nelle riacutizzazioni. La nota in pratica elimina il Piano Terapeutico (che si faceva in Ospedale o all’ASP territoriale ) per una categoria di farmaci: l’associazione di due broncodilatatori in un unico inalatore. Ovviamente eseguire la Spirometria è fondamentale per confermare la diagnosi. Ciò ha spinto giustamente i medici curanti a chiedere agli specialisti più esami spirometrici, anche se non si esclude che essi stessi possano eseguire il test ed interpretare i dati.
Tuttavia l’AIFA non fa ancora menzione, in tema farmacologico, sul comportameto prescrittivo per i medici di medicina generale e degli specialisti sulla “malattia delle piccole vie aeree” che si presenta con severa limitazione al flusso espiratorio dei bronchi con diametro di 2 mm (valutazione sempre attraverso la spirometria). Molti pazienti (specie fumatori) hanno tale caratteristica che può essere invalidante e progressiva fino ai quadri conclamati di BPCO. Personalmente tratto questi pazienti con un broncodilatatore a lunga durata d’azione o con l’associazione di esso con lo steroide topico in un unico inalatore, anche se la spirometria non evidenzia i parametri di prescivibilità tradizionali (FEV 1 e FEV1/CVF) e sarei pronto al contraddittorio scientifico se mi si dovesse contestare la prescrizione.
Elio Virone