Pubblicato il: 12/05/2014 alle 04:21
Fino a pochi anni fa non esistevano regole precise per il monitoraggio della celiachia. Alcuni centri (soprattutto quelli pediatrici) eseguivano controlli molto ravvicinati (anche ogni 3 mesi) che talvolta creavano disagio e problemi psicologici ai pazienti ed alle loro famiglie, altri (soprattutto gli ambulatori per la celiachia dell’ adulto) non effettuavano alcun follow-up. L’indicazione a eseguire periodici controlli nei pazienti celiaci nasce dalla possibilità di insorgenza di patologie associate e di complicanze quali tumori e non, soprattutto nei soggetti che non rispettano correttamente la dieta o sono stati diagnosticati in età avanzata. “I pazienti hanno necessità di essere seguiti da parte di un centro specialistico, come il Policlinico di Palermo ad esempio, per diverse ragioni – spiega il dott. Gaetano C. Morreale -; innanzitutto per verificare la stretta aderenza alla dieta aglutinata, visto che accadono spesso introduzioni involontarie di glutine per scarsa od errata informazione del paziente sulle misure dietetiche”. L’identificazione di patologie autoimmuni associate, in modo particolare le malattie della tiroide (la tiroidite autoimmune) lo sviluppo di alterazioni metaboliche come alterazione della glicemia, dei grassi in particolare nei soggetti che aumentano significativamente di peso con la dieta senza glutine sia in relazione al miglioramento della funzione assorbente intestinale che al ricco contenuto lipidico dei prodotti dietoterapeutici ; la diagnosi precoce dell’insorgenza di complicanze (malattia celiaca refrattaria, digiuno ileite, ulcerativa, sprue collagenosica, linfoma intestinale, adenocarcinoma dell intestino tenue), in particolare negli adulti con diagnosi dopo i 50 anni con ricaduta positiva sulle prospettive prognostiche grazie ad una tempestiva terapia medica o a un rapido trattamento chirurgico.
Ma quando eseguire i controlli? “Noi suggeriamo di eseguire un primo controllo a 6 mesi dalla diagnosi e successivamente ogni 1-2 anni presso un centro di riferimento per la malattia celiaca. Nel nostro centro contiamo più di 300 pazienti seguiti per malattia celiaca provenienti da tutta la Sicilia”. In tale occasione tutti i celiaci dovranno sottoporsi a visita medica con un’accurata intervista dietetica ed ad esami di sangue per verificare il normale assorbimento intestinale (emocromo, ferro, transaminasi ). Un modo molto semplice per verificare la aderenza alla dieta si consiglia la determinazione degli anticorpi anti transglutaminasi tissutale (anti-tTG) di classe IgA (di clasc. se IgG nei soggetti con defi cit selettivo di IgA). Per verificare lo sviluppo di patologia tiroidea va eseguita la determinazione del TSH e degli anticorpi anti tiroidei (anti-perossidasi ed anti-tireoglobulina). Nei soggetti che alla visita medica presentano un marcato aumento del peso è indicata la determinazione di esami bioumorali nell’ambito metabolico (colesterolo, HDL, trigliceridi, glicemia).
“In questi casi – continua il dottore del Policlinico – suggeriamo di eseguire anche la determinazione delle transaminasi in quanto il celiaco a dieta aglutinata può sviluppare una steatoepatite non alcoolica cioè una malattia cronica del fegato per accumulo di grasso nell’organo”. Particolarmente utili per prevenire e correggere queste alterazioni metaboliche si sono rivelati i corsi di educazione alimentare, predisposti in alcuni centri di riferimento in collaborazione con i servizi di dietetica clinica. Infine, per l'aumentato rischio di osteoporosi nel celiaco, la densitometria ossea , se patologica alla diagnosi, va programmata ogni 18 mesi. Tale problema è più rilevante negli adulti, anche se sono riportati casi di severa osteopenia ed osteoporosi anche in età pediatrica, ove in genere la dieta aglutinata porta a significativi miglioramenti entro il primo anno di esclusione del glutine dalla dieta.