Pubblicato il: 16/11/2024 alle 16:12
Carcere a vita per i due boss Cammarata di Riesi e colpo di spugna all’ergastolo per il capomafia di Mazzarino, Salvatore Siciliano. Nel gran calderone anche altre due condanne, passando per parziali assoluzioni. È stata la Cassazione a scrivere quest’altro capitolo processuale legato alla faida di Riesi, al centro dell’inchiesta dei carabinieri «De reditu», con il focus centrato su cinque omicidi e tre falliti agguati. Tutti messi a segno a Riesi e Mazzarino tra il ’92 e il settembre del 1998.
Annullata con rinvio, per un nuovo processo dinanzi l’Assise d’Appello di Catania, la condanna al carcere a vita nei confronti del capomafia di Mazzarino, Salvatore Siciliano, tirato in ballo per il delitto di Andrea Pirrello e il tentato omicidio Salvatore Pirrello, padre e figlio, finiti nel mirino dei sicari il 24 settembre del 1998.
E per la stessa uccisione di Andrea Pirrello è stato adesso confermato il «fine pena mai» per il boss riesino Pino Cammarata. Così come resta fermo l’ergastolo per il fratello, Francesco Cammarata, per la missione di morte dell’8 gennaio 1998 con obiettivo Gaetano Carmelo Pirrello e il ferimento di Salvatore Pasqualino, tra primavera ed estate del ’97. Ma, di contro, s’è vista annullare la massima pena, seppur dovrà sottoporsi pure lui a un nuovo giudizio dell’Assise d’Appello catanese, per gli omicidi di Michele Fantauzza e Pino Ferraro rispettivamente del 28 febbraio 1997 e 4 novembre dello stesso anno.
Per il terzo dei fratelli Cammarata, Vincenzo, (assistito come gli altri dagli avvocati Vincenzo Vitello e Adriana Vella) è stato rigettato il ricorso per mafia così da blindare a suo carico la pena a 18 anni di reclusione. Mentre, ora come allora, resta assolto per l’imboscata mortale ad Angelo Lauria del 14 marzo del 1992. Per quest’ultimo fatto di sangue dal punto di vista penale ne era già uscito “indenne”, ma il verdetto è stato impugnato dai familiari della vittima e Cammarata è stato condannato per il solo aspetto civilistico.
Chiude il quadro Giovanni Tararà (assistito dall'avvocato Giampiero Russo) che in appello ha rimediato 16 anni di reclusione per l’agguato a vuoto ai danni di Salvatore Pasqualino e, ora, gli «ermellini» hanno annullato rimandando gli atti alla corte d’Assise d’Appello catanese per ricalcolare al ribasso la pena.