Pubblicato il: 07/11/2019 alle 09:41
TROINA. La Corte d’appello di Caltanissetta ha confermato oltre un secolo di carcere per 11 imputati e ordinato tre arresti, eseguiti in aula dai carabinieri. Si è chiuso così in secondo grado il processo antimafia “Discovery”, dal titolo dell’operazione con cui la sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Enna, nel 2015, coordinata dal dottore Roberto Condorelli della Dda di Caltanissetta, ha disarticolato un presunto clan di Cosa Nostra collegato ai Santapaola di Catania, che avrebbe tentato di assumere il controllo delle estorsioni a Troina. Alla sbarra c’erano componenti e avvicinati del clan, ma anche alcuni giovani di Cerami non legati ad alcuna organizzazione mafiosa, che per l’accusa erano dediti prevalentemente ai furti con il cosiddetto metodo del cavallo di ritorno. La sentenza della Corte nissena, presidente Pasqua Seminara, consiglieri Emanuele De Gregorio e Salvatore Faro Faussone, è uscita martedì e ha confermato, in sostanza, il verdetto di primo grado, emesso l’anno scorso dal Tribunale collegiale di Enna, presieduto dal presidente della sezione penale Francesco Paolo Pitarresi (giudici a latere Nelly Gaia Mangiameli e Andrea Agate).
Confermata dunque la condanna a 18 anni del cinquantunenne Davide Schinocca, ritenuto a capo del clan di Troina.
Con accuse a vario titolo di associazione mafiosa, rapina, porto illegale d’armi, tentata estorsione, furto, incendio e reati minori sono state confermate le condanne a 13 anni per Salvatore Barbera, Domenico Sotera e Luigi Compagnone; a 4 anni 6 mesi e 600 euro di multa per Bruno Lombardo; a 8 anni e 12 mila euro di multa per Giuseppe Zitelli; a 9 anni e 9 mila euro di multa per Gaetano Sotera; a 10 anni e 10 mila euro di multa per Sebastiano Grasso; a 8 anni e 8 mila euro di multa per Cristian Modica; a 7 anni e 7 mila euro di multa per Sebastiano Foti; e a 1 anno 6 mesi e 3 mila euro di multa per Giuseppe Sotera.
Lombardo, condannato a 4 anni e mezzo di reclusione, è già a piede libero da tempo, perché, tra la misura cautelare e la cosiddetta “liberazione anticipata”, ha già pagato il suo debito con la giustizia. E va sottolineato che per lui, difeso dagli avvocati Davide Saraniti e Caterina Galati Rando, è caduta l’accusa di associazione ma è rimasta solo l’ipotesi di favoreggiamento.
I tre arresti in aula – che, come detto, sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Caltanissetta, diretti dal capitano Salvatore Vilona – hanno riguardato Gaetano Sotera, Cristian Modica e Sebastiano Foti.
Il collegio dei difensori è composto, infine, dagli avvocati Maria Lucia D’Anna, Elvira Gravagna, Eliana Maccarrone, Angela Maenza, Carlo Alberto Raimondi, Caterina Galati Rando, Gaetano Grassia e Danilo Tipo. Il Comune di Troina, che si è costituito parte civile per volontà del sindaco Fabio Venezia, è assistito dall’avvocato Salvatore Timpanaro, che ha rappresentato l’ente nei vari gradi di giudizio; anche nel filone che si è svolto con giudizio abbreviato, già conclusosi con sentenza definitiva. (Josè Trovato, Ennaora.it – https://www.ennaora.it/2019/11/06/mafia-e-tentate-estorsioni-a-troina-e-cerami-confermate-in-appello-11-condanne-del-processo-discovery-tre-arresti-in-aula-a-caltanissetta/)