Pubblicato il: 27/05/2020 alle 09:13
I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Gela, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, all’esito di un’indagine condotta per frode in commercio nella vendita di bombole GPL a Gela, hanno eseguito nei confronti di un’importante società ennese operante nel settore di imbottigliamento di gas liquidi il sequestro di oltre 15 mila bombole di GPL, pericolose per il rischio incidenti ed esplosioni e risultate riempite con quantitativi di prodotto inferiore al dichiarato.
Le indagini, durate alcuni mesi ed eseguite anche mediante tradizionali tecniche investigative, quali pedinamenti e appostamenti, hanno dato modo di ricostruire le condotte illecite realizzate dal rappresentante legale e da un socio dell’azienda, G.C. (di 56 anni) residente a Regalbuto (EN) e G.M. (di 65 anni) residente a Leonforte (EN), entrambi originari di Catania.
Le operazioni di polizia giudiziaria, avvenute con la collaborazione di personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, competenti in merito al rilascio delle autorizzazioni ai fini anti incendio e di sicurezza nello stoccaggio di materiale esplodente, hanno permesso di sequestrare n. 15.895 bombole, di varie capacità (da 25 a 7 kg.), sia piene che vuote, contenenti GPL ed aventi una capacità complessiva di accumulo di 222.170 kg. Il prodotto sequestrato, risultato essere circa 30.000 kg, se immesso sul mercato avrebbe fruttato ricavi per un circa 600.000 euro.
I due predetti indagati sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Gela, in concorso, per i reati di frode nell’esercizio del commercio, divieto di fabbricazione, detenzione, trasporto e vendita di prodotti esplodenti, condotte integrate nella commercializzazione all’ingrosso, in diverse province della Sicilia orientale (Caltanissetta, Ragusa, Enna e Messina) e presso operatori della Calabria e del Lazio, di bombole di gas GPL ed altro gas esplodente irregolari.
In particolare, le bombole erano custodite nei luoghi di lavoro senza rispettare gli obblighi di sicurezza, sprovviste, in molti casi, delle previste periodiche revisioni e con i sigilli di garanzia con le relative “punzonature”, che riportano oltre le caratteristiche di sicurezza anche le date delle revisioni decennali previste, spezzate o asportate. In alcuni casi, in quarant’anni è risultata effettuata una sola revisione.
Inoltre, le risultanze investigative hanno permesso di appurare delle significative difformità anche in merito al contenuto quantitativo del prodotto esplodente venduto con le bombole, condotta accertata anche all’atto del sequestro, in quanto a seguito di apposita “pesatura” dei contenitori si è rilevato che la tara e il peso netto non corrispondevano a quanto indicato dal fabbricante in sede di riempimento.
Pertanto, i soggetti sopra menzionati sono stati denunciati alla locale Autorità Giudiziaria anche per i reati di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sugli oli minerali, per aver sottratto GPL o altro gas esplodente da alcune bombole, superando le soglie consentite nelle operazioni di riempimento e travaso dei combustibili. Il prodotto si presume venga rivenduto “in nero”, evadendo le imposte gravanti sulla vendita di tali prodotti.
Tale ultimo aspetto sarà quindi oggetto di approfondimento da parte delle Fiamme Gialle gelesi, finalizzato a quantificare e sanzionare la società ennese delle relative imposte evase.
L’odierna operazione s’inquadra nelle linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi e insidiosi, che nel caso di specie riguardano sia la tutela della salute e dell’incolumità pubblica, scongiurando il verificarsi di situazioni di potenziale pericolo derivante dalla vendita di prodotti altamente esplosivi e non conformi ai requisiti di sicurezza, sia il contrasto a fenomeni di evasione fiscale nella fattispecie imposte indirette e di fabbricazione sui prodotti di consumo come i combustibili per uso domestico.