Solo il rumeno Alexandru Andrei, 25 anni, coinvolto nell’inchiesta “Lulù”, ha risposto alle domande del Gip Valentina Balbo, sostenendo di essere un assuntore di stupefacenti e che una volta si è recato a Canicattì da Diego Milazzo per acquistare 75 grammi di marijuana. Poi ha aggiunto di non essere uno spacciatore. Andrei, difeso dall’avvocato Gianluca Amico, è attualmente ai domiciliari. Ieri hanno invece fatto scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere, i sancataldesi Giuseppe Torregrossa, 30 anni, Carlo Ristagno, 37 anni, (entrambi agli arresti domiciliari) e Adil Benambar, 22 anni (per il quale era stato disposto soltanto l’obbligo di dimora), i quali rispondono di singoli episodi di spaccio così come Andrei, difesi dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Salvi Virciglio e Maria Francesca Assennato. La scorsa settimana erano stati interrogati – decidendo di non rispondere al giudice – i sancataldesi Michele Cordaro, 28 anni, Giovanni Riggi, 23 anni, Elia Guttadauria, 27 anni e il canicattinese Diego Milazzo, 37 anni, accusati anche di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Difensori gli avvocati Davide Anzalone, Michele Ambra, Salvatore Baglio, Alfredo Danesi, Giuseppe Fussone e Giuseppe Riso.