La droga veniva venduta perlopiù a giovani dai 18 ai 35 anni. Marijuana, cocaina e hashish venivano venduti soprattutto a operai e studenti a qualsiasi ora del giorno e al telefono gli spacciatori, per riferirsi alla droga, usavano termini come cavallo verde o cavallo marrone. Sono alcuni dei particolari rivelati questa mattina dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Baldassare Daidone, e dal maggiore Salvatore Vilona che ha coordinato l’operazione “Mola” che ha portato all’arresto di quattro persone, Salvatore Chiarelli, e i figli Fabio e Nicola e l’egiziano Said Chaban Tamraz, tutti residenti a Sommatino.
“Con l’operazione Mola – ha detto il colonnello Daidone – viene disarticolato un sodalizio criminale particolarmente attivo nella piazza di Sommatino per lo spaccio di stupefacenti. Si tratta di una piazza di spaccio importante, gestita a livello familiare. In un primo tempo i Chiarelli si rifornivano a Caltanissetta quantomeno a giorni alterni. Lo spaccio di cocaina, hashish e marijuana erano quotidiani. Gli acquirenti perlopiù erano tutti di Sommatino, la fascia di età va dai 18 ai 35 anni, per la maggior parte studenti e operai. Sommatino è un centro molto piccolo e quindi è chiaro che adesso non troveranno più lo smercio di droga sotto casa. In due abitazioni occupate dagli arrestati stamattina abbiamo trovato 24mila euro contanti e circa 180 grammi di marijuana quindi l’attività di spaccio era ancora in corso, nonostante l’attività di controllo nei suoi confronti e l’arresto di due figli a distanza di un giorno l’uno dall’altro, 11 e 12 aprile del 2019, sempre per droga. Da quel momento Chiarelli non interrompe la sua attività ma si rivolge a fornitori di Canicattì”.
A delineare il contesto in cui avveniva lo spaccio è il maggiore Salvatore Vilona. “Lo stabile della Mola dove avveniva l’attività di spaccio era occupato abusivamente da Fabio Chiarelli e Said Chaban Tamraz – ha spiegato Vilona – quest’ultimo è totalmente inserito nelle dinamiche familiari dei Chiarelli e si interfaccia costantemente con Salvatore al quale riferiva di tutto ciò che avveniva sia nelle attività di approvvigionamento, in un caso, e nelle attività di spaccio. Tamraz era stato arrestato nel febbraio di quest’anno dai carabinieri a seguito di una rapina a Gela e attualmente è detenuto al carcere di Ragusa. Dalle intercettazioni è emerso che in sede di approvvigionamento per 70 grammi di hashish chiedevano circa 250 euro e poi loro lo rivendevano a circa 500 euro.
Quindi un’attività che fruttava anche diverse centinaia di euro al giorno e che si realizzava nella Mola, appunto, che ha una peculiarità, ovvero quella di inserirsi in un contesto con tante strade di accesso. L’acquirente che si recava presso l’abitazione per acquistare la droga aveva poi tante vie d’uscita per andare via. Spaccio che veniva effettuato anche in pieno giorno. Il linguaggio utilizzato al telefono – ha continuato il maggiore Vilona – a loro modo di vedere criptico, in realtà non lasciava dubbio sul fatto che si parlava di spaccio di stupefacenti. In alcune circostanze si parlava di cavalli, una circostanza molto originale, visto che parlavano di cavalli verdi e marroni facendo riferimento alla marijuana e all’hashish.
Non solo in natura non esistono cavalli verdi e poi il prezzo per l’acquisto della carne era spropositato, si parlava di 1.500 euro. In altre circostanze riferendosi alla droga parlano di cibo per cani, in altre di frutta e in altre ancora di mangime. In un’altra conversazione quando Salvatore Chiarelli constata l’ammanco di parte dello stupefacente che occultava nella casa di campagna comincia a fare riferimento a dei documenti nascosti dentro un pozzetto con lo scotch. Anche questa una circostanza assolutamente poco credibile”.