Pubblicato il: 26/09/2019 alle 14:06
"L'operazione ha per oggetto il rientro a Gela di alcuni soggetti apicali. Fortissima la loro capacità di penetrazione nel tessuto sociale ma anche economico. Un'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Anche se c'è tutta una serie di estorsioni e tentata estorsione, intestazioni fittizie dei beni e attività di riciclaggio. Un gruppo con capacità particolari. Agli stiddari si rivolgevano anche degli imprenditori. La stiddra operava come uno Stato nello Stato, rivolgendo ai mafiosi dei problemi per cui i cittadini dovrebbero rivolgersi allo Stato". Lo ha detto il procuratore Amedeo Bertone questa mattina nel corso della conferenza stampa sull'operazione Stella Cadente nel corso della quale sono state arrestate 35 persone. "Il fatto che a Gela si continui ad avere una realtà in cui le persone si rivolgono alla mafia è un fatto allarmante. Ma accanto a questo esempio abbiamo anche la reazione non solo dello Stato ma anche della società civile che decide di ribellarsi. E' giusto dare risalto all'attività meritoria dell'associazione antiracket presieduta da Renzo Caponetti – ha continuato Bertone – spesso l'imprenditore di fronte alla violenza decide di non parlare. In questo caso l'associazione antiracket è stata utile perché ha consentito, al di là degli elementi che l'ufficio di Procura aveva, di chiarire in modo più evidente le responsabilità da parte dei soggetti che si erano a loro rivolti. Credo che questa operazione, così come altre portate a termine dalla Dda, evidenziano che i cittadini devono essere dalla parte dello Stato denunciando tutti i fatti in aperta violazione della legge". Molti cittadini, dunque, a Gela si rivolgono alla mafia anziché allo Stato, cosa che è stata sottolineata anche da Francesco Messina, dirttore generale della Direzione Centrale Anticrimine. "Ci troviamo davanti a soggetti – ha detto Messina – che hanno fatto un salto di qualità. Disvelare queste dinamiche è stato fondamentale. Nella realtà gelese la cultura, la gente del luogo, è in qualche modo rivolta a preferire una gestione del territorio da parte di chi la espleta per finalità criminali. C'è invece una parte sana emersa nel corso delle indagini che ha contribuito anche fattivamente che sono le associazioni antiraket. Una parte sana che ci lascia fiduciosi".