Pubblicato il: 25/11/2013 alle 16:40
simona filoni
Orrore a Gela, fra le quattro mura di un'abitazione-tugurio di via Corrao dove oggi hanno fatto irruzione i carabinieri che hanno trovato nove persone, alcuni dei quali disabili fra cui tre bambini di 2, 4 e 6 anni che vivevano in condizioni indescrivibili. L'abitazione, infatti, era fatiscente, pervaso da un odore nauseabondo e come accertato dai militari dell'Arma v'era immondizia ed escrementi sparsi sul pavimento, dove stagnava anche muffa e cicche di sigarette, servizi igienici sporchi maleodoranti e inagibili. Inoltre mancava l'allaccio idrico. Sono stati identificati gli adulti, in particolare i genitori dei due bambini e il fratello e la sorella del padre, anche loro con deficit cognitivi molto ridotti. Nei guai è finito il capofamiglia, un pensionato di 67 anni, denunciato alla Procura di Gela per maltrattamenti in famiglia e violazione dell'assistenza degli obblighi familiari.
In una delle stanze che era a chiusa a chiave, c'era un bambino riverso su un letto adagiato su un materasso lercio, in totale stato di ipotonia, circondato da rifiuti e l'aria impregnata dal fumo. La scoperta è stata fatta casualmente da un cittadino che ha fatto intervenire i carabinieir, che oggi sono intervenuti insieme agli ufficiali sanitari del Comune che hanno dichiarato l'insalubrità dell'abitazione e l'inagibilità.
L'operazione è stata coordinata dalla Procura dei Minori di Caltanissetta, attraverso il procuratore capo facente funzioni Simona Filoni particolarmente sensibile alla tutela dei minori a rischio, che ha disposto l'affido dei minori ad una struttura protetta. “Sono minori mai segnalati al nostro ufficio dagli organi competenti e dai servizi sociali di Gela – ha spiegato la dottoressa Filoni – nonostante si tratti di un nucleo fortemente disagiato per il solo fatto che anche i soggetti adulti che lo compongono sono portatori di handicap”.
Il procuratore Filoni, inoltre, ha voluto rivolgere un plauso ai carabinieri del Reparto territoriale di Gela e della Stazione “i quali hanno consentito, attraverso il loro immediato e tempestivo intervento, laddove altri non sono intervenuti per anni, di salvare almeno tre vite umane da morte sicura, attivandosi, con ogni mezzo, pur di evitare che i minori continuassero a vivere in quelle condizioni, accumulando siffatte sofferenze, fisiche e psichiche. Si ringrazia colui che, accortosi della sofferenza e del malessere di quelle vite, ha avvisato il Luogotenente Resciniti ed i militari della Stazione di Gela, affinchè intervenissero con un controllo presso quella abitazione. Questo episodio – osserva ancora il magistrato minorile – non costituisce, purtroppo, l’unico esempio per questa provincia, nonostante i più ignorino l’esistenza di situazioni del genere. Se ne fa menzione, dunque, per fare appello alla coscienza civile di ognuno nel segnalare casi di presunto o reale malessere, in modo da consentire,a chi di dovere, un rapido accertamento, soprattutto laddove siano coinvolti dei minori. Questa storia – conclude Simona Filoni – si è potuta conoscere grazie alla sensibilità, alla caparbietà, alla determinazione, al senso del dovere ed allo spirito cristiano che hanno dimostrato i Carabinieri di Gela nell’avere voluto, dapprima, verificare la fondatezza di quanto denunciato dal cittadino, quindi nell’essersi attivati, con la massima urgenza, per salvare quelle vite, in una non comune gara di solidarietà e di fratellanza, che ha reso impossibile trattenere le lacrime davanti a siffatto scempio dei diritti umani”.
IN COPERTINA: FOTO DI REPERTORIO